Società

«The Baricco Book»: 99 oggetti per capire Alessandro Baricco (e un’epoca intera)

L’idea è sicuramente originale: far sì che siano degli oggetti a raccontare un personaggio, anziché le argomentazioni di un saggio critico o una tradizionale biografia. È quello che fa The Baricco Book (Electa), il nuovo libro curato da Annalisa Ambrosio, la direttrice didattica dell’Academy della Scuola Holden, e dallo scrittore Paolo Di Paolo: ne esce un ritratto accurato dello scrittore Alessandro Baricco, un viaggio per immagini nella sua mente, nel suo spazio e nel suo tempo.

Ci sono le foto di novantanove «reperti» scelti nell’archivio di Baricco e riorganizzati in una sequenza visiva, come una sorta di mostra cartacea (chissà che magari un giorno non si farà davvero un’esposizione?): oggetto dopo oggetto, nella pagine viene tracciato un quadro dell’avventura intellettuale di questo autore amatissimo, uno dei più noti della scena culturale italiana, nelle sue tanti vesti di divulgatore, musicologo, regista, giornalista e fondatore della Scuola Holden.

Appare così la bottiglia di vino promozionale di Emmaus (il suo libro del 1999), l’Umanofono di Castelli di Rabbia (1991), la mappa di The Game (2018), la Rolleiflex che lo accompagna da anni e il coltello Bowie di Abel (2023). Accanto, ci sono le «didascalie parlate», dei micro-racconti, con rimandi e deviazioni. È come entrare nei suoi racconti, come se quegli oggetti immaginati si fossero materializzati. Ed effettivamente così è successo.

È un percorso che pone delle domande per tutti: come è cambiata in questi anni la scrittura? Come sono mutati i linguaggi, il modo di abitare, i nostri gesti? Il libro suggerisce come Baricco abbia spesso anticipato i tempi: «Arrivando sempre un quarto d’ora prima», come lui stesso ama dire.

La copertina del libro «The Baricco Book»

La copertina del libro «The Baricco Book»

Qui a seguire alcuni degli oggetti che compaiono nel libro.


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