The Awful Truth: :: Le Recensioni di OndaRock
Genuini si nasce non si diventa, caratteristica che spesso viene confusa con l’ardore giovanile o una natura naif, un’attitudine che solo il passare del tempo può definire con accuratezza.
Tagliente, sarcastico, rabbioso, colto e prevedibile, Robert Lloyd è una delle figure oscure e seminali del punk-rock inglese, un musicista che si può definire senza alcun dubbio genuino. Attivi dal 1979, amati da John Peel e noti per aver supportato in alcuni tour Clash, The Slits e Subway Sect, i Nightingales sono la creatura di Robert Lloyd ma anche una delle più longeve formazioni punk, autorevoli agitatori degli standard rock’n’roll e abili disturbatori sonici al pari dei Fall o dei Birthday Party.
“The Awful Truth” è il loro brillante manifesto per il 2025, un corrosivo viaggio nella memoria collettiva della musica rock, dove il Bowie di “Queen Bitch” e “Hang On To Yourself” viene derubricato a creatore seriale di riff (“Same Old Riff”) o dove Mekons, Fairport Convention e Modern Lovers diventano un unico combo (“The New Emperor’s New Clothes”).
Alla destrutturazione seriale dell’iconografia rock corrisponde una sagacia dei testi che meriterebbe DI essere analizzata nel dettaglio. Per fortuna la musica è di egual intensità e ingegno, perfino leggera e cantabile nello sbilenco pop-prog-rock di “The Men, Again”, surreale nella ballata da country-crooner di “The Princess And The Piss Artist”, rovente e martellante come solo il punk può essere in “Warm Up” e perfino enigmatica e sinistra nella splendida “Just Before”.
Le canzoni dei The Nightingales si susseguono come in una grottesca rappresentazione teatrale tragicomica, testi e musica evocano situazioni personaggi ordinari che diventano straordinari a loro insaputa, mentre sbilenchi jazz-punk alla Vic Godard (l’intreccio tra cupi accordi di basso e dissonanze chitarristiche di “The Best Revenge”) si alternano a ebbre e caotiche ballate (“Giddy Aunt”) che confondono le acque al pari della scimmia del famoso quadro di Tommaso Salini (1575-1625) che campeggia in copertina.
“The Awful Truth” è un disco che non conosce tregua, sia quando incalza e rumoreggia (“Joyce”), sia quando flirta con il pop e il rock più classico (“The Limpest Bark”, “All Smiles ”). I Nightingales sanno come mettere ordine nel caos senza mai risultare prevedibili o manieristici, riuscendo persino a ricavare da una canzoncina delle fiabe di Walt Disney un originale folk-pop (”The Gates Of Heaven Ajar”). Andreas Schmid (Faust) al basso, Fliss Kitson (Violet Violet) alla batteria e ai cori, il chitarrista James Smith (Damo Suzuki), Randy Kuntz alla tuba e Natalie Mason alla viola, completano l’organico. Imperdibile.
13/04/2025