Economia

Tesla, l’utile trimestrale crolla del 71%. Musk: passo indietro dal Doge

Tesla chiude il primo trimestre del 2025 con un crollo nei conti ed Elon Musk, davanti alla performance e a cali del titolo in Borsa di oltre il 40% da inizio anno, annuncia che dal mese prossimo spenderà molto meno tempo al Doge. Per la precisione ha detto, non più di due giorni la settimana nella sua controversa posizione di zar anti-sprechi di Donald Trump. Nel dopo mercato le azioni hanno guadagnato il 4,5% dopo aver messo a segno un simile rialzo anche durante la seduta.

L’utile netto del gruppo dell’auto elettrica è crollato del 71% a 409 milioni di dollari. I ricavi sono scesi del 9% a 19,34 miliardi, meno dei 21,11 su cui scommettevano gli analisti. Il fatturato nell’auto è tuttavia caduto di una percentuale più che doppia, del 20 per cento.

Musk, nelle conference call sul bilancio, ha parlato del proprio doppio ruolo alla guida di Tesla e del Dipartimento per l’efficienza del governo di Donald Trump, poltrona che lo visto oggetto di intense polemiche in casa e all’estero. Ha detto che manterrà il suo sostegno alla lotta alla spesa pubblica e alla burocrazia federale, “per assicurare che non tornino alla riscossa”, ma che spenderà soltanto “un giorno o due la settimana” su questioni governative “finchè il Presidente lo vorrà”.

Musk si è anche smarcato, almeno in parte, da un’altra delle politiche caratterizzante della Casa Bianca: l’imposizione di elevati dazi ai paesi partner. “Ho detto più volte di credere che tariffe inferiori siano generalmente una buona idea per la prosperità, ma questa decisione spetta a chi è eletto, al Presidente degli Stati Uniti”. Musk ha affermato che “continuerà a raccomandare dazi più bassi anzichè più alti ma questo è tutto ciò che posso fare”. L’azienda ha ammesso che le tensioni commerciali stanno mettendo in difficoltà le catene di produzione e fornitura e aumentando i costi. Una situazione che combinata con il clima politico polarizzato potrebbe pesare sulle prospettive dell’intero anno, comportando revisioni al ribasso di attese finora di rialzi. Tesla sforna negli Usa le vetture per il mercato domestico ma usa componenti dall’estero, a cominciare da un 20% dal Messico, che possono ricadere sotto tariffe del 25 per cento.

Le polemiche sui licenziamenti di massa dei dipendenti federali che Musk ha promosso nella sua posizione a fianco del Presidente hanno creato un danno reputazionale e allontanato consumatori dal marchio Tesla. Allo stesso tempo investitori e analisti hanno messo in dubbio l’attenzione che può dedicare alle sfide di business davanti alle distrazioni della politica, tanto più mentre Tesla è sotto pressione per la crescente concorrenza da parte di case rivali.


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