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Tesla guida gli investimenti stranieri nella nuova Free Trade Zone di Lingang

Stranieri, benvenuti a Shanghai, nel Regno di Tesla. Lo spirito di Elon Musk, controverso artefice della volata di Donald Trump 2.0, aleggia sulla presentazione Urbi et Orbi delle opportunità di investimento della Nuova area della Free Trade Zone di Lingang, un’area sterminata a Sud Est di Shanghai, evoluzione della “vecchia” Waigaoqiao, situata più a Nord. A Lingang Musk ha trovato la culla per far crescere la sua creatura elettrica a zero dazi, oggi la gigafactory delle EV di Elon è il fiore all’occhiello della Nuova Free Trade Zone, dove fu piazzata la prima pietra, nel 2018, come dimostrano le immagini che mostrano un giovane Musk mentre firma il protocollo di intesa con le autorità locali. Tesla è una delle 75mila aziende a totale capitale straniero che qui hanno trovato casa.

Ieri tappa milanese di un lungo giro della delegazione, organizzata da Bank of China, Consolato commerciale e Camera di commercio delle aziende cinesi in Italia. Compito primario è quello di di attirare investimenti e illustrare alle aziende cosa è Lingang.

“Un ponte sul mondo intero”, può permettersi di dire Chen Jinshan, alto funzionario dalla qualifica lunghissima: membro del Comitato permanente del Comitato municipale di Shanghai, Segretario del Comitato di lavoro del partito e direttore del Comitato gestione della Nuova area di Lingang.

In questo mondo distopico in cui gli Usa proclamano un ritorno al locale inasprendo i dazi, è la Cina a lanciare l’offerta di un sistema di libertà economica che porti profitti, una produzione automatizzata e avanzata accanto a Pudong terzo scalo del mondo, al porto di Shanghai il più grande del mondo.

Investimento, libertà, sistema aperto. Ambiente di livello internazionali. Clustering industriali. Investimenti high tech. Attrazione di talenti, con rilascio visti cinque anni per talenti stranieri che vogliano spostarsi in Cina.


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