Tentato femminicidio di Montoggio, Panzica resta in carcere: il telefono dell’amica della vittima calpestato e distrutto per impedire i soccorsi

Genova. La mano sulla bocca della sua ex compagna per impedirle di urlare mentre la colpiva e il telefono dell’amica, sopraggiunta nell’abitazione insieme a una vicina di casa, strappato dalle mani e calpestato fino a distruggerlo, per impedire alle due donne, che di fatto hanno sventato il femminicidio, di chiamare i carabinieri e i soccorsi.
E’ questa la scena che cristallizza il tentato omicidio di Montoggio: la donna, 75 anni, è finita in rianimazione all’ospedale San Martino di Genova con sei coltellate in varie parti vitali del corpo, ma per fortuna oggi non sarebbe più in pericolo di vita. Lui, Salvatore Panzica, 68 anni, è poi fuggito nei boschi, rifugiandosi in un casolare di proprietà della sua vittima, finché intorno all’una di notte è stato trovato e arrestato dai carabinieri.
Panzica, difeso dall’avvocata Sara Bellomo, questa mattina ha risposto alle domande della gip Martina Tosetti nell’interrogatorio di garanzia. Era stato lui stesso a indicare ai carabinieri dove trovare il coltello, con una lama di 14 cm, ma oggi ha detto alla giudice di aver sferrato una sola coltellata alla donna. Le altre? Secondo la sua versione la 75enne se le sarebbe procurata da sola “cadendo sul coltello”. Versione che non ha convinto la giudice che ha disposto per lui la custodia cautelare in carcere per il rischio di reiterazione del reato e per il pericolo di fuga visto che il 68enne è disoccupato e senza fissa dimora.
I due avevano convissuto, ma circa un mese fa la pensionata aveva deciso di interrompere la relazione. Lui, sempre nell’interrogatorio, ha spiegato che sabato era andato a casa della ex per recuperare delle cose ma poi avevano litigato perché Panzica voleva dei soldi dalla donna, per dei lavori che aveva fatto in casa. E ha anche detto che la donna avrebbe cercato di colpirlo tirandogli dei barattoli di salsa di pomodoro.
Sulla scena del delitto però i segni di una caduta della 75enne ed eventuali tracce ematiche che possano supportare la versione dell’aggressore non sono state trovate.
E’ emerso invece che già qualche tempo fa, alla fine di ottobre i carabinieri erano intervenuti in quella casa per una precedente aggressione ai danni della 75enne. In quel caso l’uomo era stato così violento che l’anziana aveva dovuto rompere un vaso e difendersi con un coccio per riuscire a mandarlo via. Per questo per la gip Martina Tosetti Panzica è pericoloso e restare in carcere.




