Tensioni alla manifestazione degli antagonisti contro la riapertura del Cpr di Torino
Duecento persone fra attivisti del centro sociale Gabrio e anarchici si sono riuniti in presidio davanti al Cpr. Ci sono stati attimi di tensione con i poliziotti schierati in tenuta anti-sommossa: è stato lanciato qualche fumogeno e c’è stata una carica degli agenti. “Fuoco ai Cpr”, urlavano gli attivisti. La stessa scritta è comparsa nella notte sui cancelli del centro e in strada: “Fuoco ai Cpr”. La firma è degli anarchici. Sanitalia ha provato a a toglierle con un color vinaccia che le ha tuttavia lasciate visibili in trasparenza. Per alcuni
attimi i manifestanti e gli agenti dei reparti mobili della polizia sono venuti a contatto: ci sono stati spintoni ed è volato qualche calcio. Questa sera è prevista un’assemblea pubblica al centro sociale Gabrio.

“Non possiamo dimenticare tutti i morti che hanno segnato la storia del Cpr di Torino – dicono i portavoce del centro sociale Gabrio – Tra i casi più eclatanti ricordiamo la morte di Moussa Balde nel 2021 suicidatosi dopo essere stato vittima di un pestaggio razzista a Ventimiglia. Moussa, invece di ricevere protezione e cura, è stato rinchiuso nel Cpr, dove l’ isolamento detentivo lo ha spinto a togliersi la vita. Ricordiamo anche Hossain Faisal, bengalese di 32 anni, vittima di violenza all’interno dello stesso centro e posto in isolamento punitivo per 22 giorni, senza possibilità di chiedere aiuto visto che i campanelli di allarme vicino ai letti non erano funzionanti. Venne trovato morto tra 7 e l’8 luglio 2019, per arresto cardiaco, si dirà. Altre morti, forse meno note, pesano in uguale maniera sulla coscienza collettiva”.


Per gli attivisti del centro sociale il Cpr è “un luogo, ben noto per essere stato teatro di soprusi di ogni tipo, a partire dalle condizioni degradanti di detenzione fino all’uso smodato di psicofarmaci per silenziare e annullare ogni forma di resistenza e dissenso”.
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