Tempi biblici per l’assegno di cura: 8 mesi per una visita – Cronaca
BOLZANO. «Le attese per l’assegno di cura sono tornate ad allungarsi. A Bolzano e Merano, purtroppo, arrivano fino a otto mesi». Perché succede? «Manca personale per le visite che accertano la non autosufficienza e le richieste sono troppe. Continuano ad aumentare e tante non andrebbero presentate. Serve un chiarimento con i medici di famiglia».Rosmarie Pamer parla così alla conferenza congiunta con Hubert Messner, occasione per gli assessori per il bilancio di un anno di attività tra Sociale e Sanità.
Assegno di cura erogato a più di 15 mila assistiti
L’assegno di cura per non autosufficienti – fondamentale per pagare la badante o la casa di riposo – che l’Alto Adige eroga dal 2007 a più di 15 mila persone, torna ad avere ritardi biblici. Negli ultimi mesi le attese tra il momento in cui si presenta la domanda a quello della visita in città erano crollate da 9 a 4 mesi, anche grazie all’apertura del nuovo ufficio di via Mendola. La previsione era di farle scendere ancora. Per un po’ è andata bene, ma poi sono ripartite. «Adesso siamo tornati a 8 mesi per Bolzano e Merano, va meglio nelle valli. Fatichiamo a trovare il personale per i team di valutazione della non autosufficienza». Ma non è solo questo. «La popolazione invecchia e ci troviamo a fronteggiare un ulteriore aumento della domanda ma troppe richieste, soprattutto per l’assegno meno importante, non andrebbero presentate». Ricordiamo che i contributi vanno da un minimo di 569 ad un massimo di 1.800 euro al mese a seconda della gravità delle condizioni dell’assistito. «Le richieste incongrue per i livelli più bassi, sono troppe».Ma i cittadini ci provano comunque.
Associazione Alzheimer: «Un anno per l’assegno»
Ulrich Seitz – presidente dell’Associazione Alzheimer – parla di ritardi inaccettabili in pazienti con demenza. «Tra una cosa e l’altra ora che la famiglia riesce ad incassare l’assegno passa anche un anno. E la badante va pagata ogni mese. Continuo a non capire perchè i malati siano costretti ad un’ulteriore visita di accertamento quando esiste la diagnosi dello specialista, che descrive le condizioni del paziente, che il medico di famiglia trascrive a pagamento».
Visite specialistiche, Messner: «Attese ridotte»
«Controllo tutti i mesi lo stato delle liste nelle diverse branche e posso assicurare che sono state ridotte». Messner dice che il monitoraggio mostra chiaramente come le attese medie nel 2024 siano calate in maniera importante. «Succede per le visite e gli esami diagnostici prioritari che vanno garantiti entro dieci giorni. Per quanto riguarda la prestazioni differibili (30 giorni) da maggio a ottobre 2024 siamo riusciti a ridurle fino al 40% ma fatichiamo perchè ci troviamo ad arginare richiesta di visite ed esami nell’80% dei casi inutili. Con il cittadino che non doveva rivolgersi all’ospedale ma al medico di famiglia». L’assessore torna a parlare di appropriatezza delle prescrizioni e combatte contro gli esami inutili. «Dobbiamo farcela per forza altrimenti il sistema implode». La neo presidente dell’Ordine dei medici, Astrid Marsoner, dice che serve collaborazione tra medici di famiglia (attenzione però non sono solo loro a prescrivere visite ed esami) ed ospedalieri. «Sono d’accordo. Va creata una sorta di linea diretta, voglio discutere la questione con i primari per fare sì che a determinati orari ci sia uno specialista in ogni reparto che – se interpellato – risponda al telefono su varie questioni». Appropriatezza delle prescrizioni per evitare visite ed esami inutili che adesso va a toccare, in maniera importante, anche l’assegno di cura.
I malati cronici sono 165 mila, consumano il 76% della spesa
«La stretta collaborazione tra Sociale e Sanità è fondamentale anche per quanto riguarda i servizi. É importante capire che il 31% della popolazione soffre di una malattia cronica e che assorbe il 76% della spesa sanitaria. Occorre fornire assistenza continua vicino casa, anche per alleggerire il peso degli ospedali». NMessner dice che «dobbiamo portare i servizi alle persone e non il contrario. A tal fine, abbiamo creato cinque Centri operativi territoriali e attiveremo dieci Case della comunità entro il prossimo anno, oltre a tre Ospedali di comunità a Bolzano, Merano e Egna».
Medicina: la Cattolica chiede 80 studenti
È partita l’Università, una bella boccata d’ossigeno. «Abbiamo 60 studenti, circa 25 con borsa di studio della Provincia, con l’ obbligo di prestare servizio in Alto Adige 4 anni entro i primi dieci dalla laurea. La Cattolica ci ha chiesto di poter formarne di più – chiude Messner – 80 studenti l’anno, ma non posso caricare i colleghi degli ospedali perché voglio che la qualità dei nostra formazione sia alta».