Teho Teardo – Plays Twin Peaks And Other Infinitives: Il suono di Twin Peaks risorge :: Le Recensioni di OndaRock
Quando ci sono di mezzo band tributo o album di cover, preferisco in genere starne alla larga; ma in questo caso, conoscendo il calibro dell’artista e avendo seguito la storica serie televisiva “Twin Peaks” ideata da David Lynch, con la celeberrima colonna sonora dell’italo-americano Angelo Badalamenti, la tentazione è stata molto forte: troppa curiosità di sapere cosa si sarebbe inventato quel genio di Teho Teardo.
Autore di innumerevoli colonne sonore per il cinema, per la televisione e per il teatro, protagonista di collaborazioni con artisti italiani e internazionali, tra cui spiccano le recenti con il capomastro del gruppo tedesco degli Einsturzende Neubauten Blixa Bargeld, questa volta l’instancabile compositore friulano ha voluto cimentarsi con una delle sonorizzazioni più famose, andando a rivisitare con grande intelligenza le tre note più famose che uscivano dalla televisione nei primi anni 90 con l’aggiunta di brani inediti.
Il cast di musicisti di primissima qualità è composto dal giovane Vito Bondese che apre le danze in “Falling”, dalla cantante e musicista Susanna Buffa, da David Coulter, polistrumentista britannico ex-Pogues/Test Dept, Stefano Bollani al pianoforte, Gabriele Coen ai fiati, Abel Ferrara, presente nello spoken di “And The Birds Will Have Their Say” e dall’attrice/musicista Keeley Forsyth, autrice del valido album “The Hollow” (2024) e soprattutto dell’eccellente “Limb” (2022). Chiudono il gruppo i fidati strumentisti con la sezione archi.
I brani chiave riguardanti la colonna sonora sono stati realizzati con cura certosina, senza stravolgere il copione, aggiungendo un tocco di classe e sperimentazione. Ma quello che ha fatto la differenza sono i brani inediti, ispirati dalla musica classica del periodo barocco del 1600 di autori come Joahnn Sebastian Bach, Henry Purcell e la veneta Barbara Strozzi.
Lo stillicidio iniziale di “Eravamo senza saperlo”, accompagnato dal tocco minimalista di Bollani, con gli archi a fare da contorno, lascia storditi per la sua bellezza e solo l’ascolto della successiva e triste “Fuochi alleati” (ispirata dal libro di Roberta Ioli) offre la sensazione di essere tornati pigramente sulla terra come nell’estate di Vivaldi.
Bordate sinistre provenienti dagli inferi danno il via a uno dei brani più riusciti dell’opera “L’insonnia delle rondini”, dove l’incredibile voce di Keeley Forsyth riesce a plasmare un intrigante viaggio senza tempo senza meta e senza speranza di ritorno. Le vibrazioni elettroniche accostate a seducenti archi scandiscono “L’unico confine è la pelle”, un brano che vola lento al di sopra gli abeti della Carnia sconfinando fino alla Slovenia.
Altra preziosa chicca è la magistrale “The Ghost Of Piacenza”, derivante dalla pièce di Enda Walsh “Medicine”, dove un crescendo di archi impazziti e altri strumenti di sconosciuta provenienza solcano una scia spumeggiante che ti avvolge come un rettile strisciante, per poi liberarti dalle sue spire solo sul finale.
L’ultimo brano “And The Birds Will Have Their Say” è tratto dalla messinscena dantesca allestita da Mauro Teardo ed Elio Germano e ispirata dal Paradiso XXXIII di Dante Alighieri, dove Abel ci prende per mano e ci accompagna in questa ipnotica illusione in cui la natura prevale su tutto e l’unico appiglio di salvezza che ci rimane sono le note prodotte dagli strumenti musicali.
Il rischio che si è preso Teho Teardo è stato grande: facilissimo cadere nella trappola del banale con questo genere di lavori, ma traendo le dovute conclusioni, si può dire che la curiosità non solo è stata ampiamente ripagata, ma ci ha anche dato la possibilità di ascoltare uno dei dischi più belli di quest’anno, un’altra bella sorpresa proveniente dal Belpaese ed esattamente dal Friuli, come nel caso del suo corregionale Massimo Silverio con il suo prezioso “Surtùm“.
Vivamente consigliato l’ascolto in cuffia per poter apprezzare le sfumature e i suoni molto particolari che contraddistinguono e mettono in risalto questo lavoro e che hanno inoltre dato vita al concerto al buio, altra trovata geniale di questo grande artista: un’esperienza sonora immersiva in cui il pubblico ascolta nell’oscurità totale le composizioni generate da registrazioni ambientali notturne, effettuate dallo stesso Teardo (canti degli uccelli nella foresta, versi di animali, rumori) arricchite da elettronica e synth, per un viaggio sensoriale che evoca paesaggi misteriosi e incontri immaginari. L’obiettivo è ascoltare “col suono”, lasciando che i sensi si muovano nell’oscurità per un’esperienza di pace e mistero.
13/12/2025




