Liguria

Teatro Akropolis, dopo i tagli del ministero scatta l’appello alle istituzioni: “Non lasciateci soli”

Genova. Uno dei festival teatrali più longevi e riconosciuti della nostra città, oggi, dopo 15 anni di attività, rischia di chiudere i battenti. Parliamo di “Testimonianze ricerca azioni“, la rassegna organizzata da Teatro Akropolis, che nonostante un riconoscimento consolidato nel panorama artistico nazionale e internazionale,  è stato inaspettatamente escluso dai finanziamenti ministeriali per il prossimo triennio.

Dopo la notizia, arrivata lo scorso 30 giugno, per lo staff dell’Akropolis è iniziato un incubo. “Il festival è praticamente già pronto – sottolinea Clemente Tafuri, direttore artistico di Akropolis – per la sua complessità l’organizzazione parte e si definisce mesi prima rispetto alla data di inizio di novembre. La notizia dell’esclusione dai fondi ministeriali ci taglia le gambe e mette a serio rischio la nostra stessa sopravvivenza“. A mancare, infatti, saranno 60mila euro all’anno, cifra necessaria per gestire una organizzazione capillare, che coinvolge artisti e professionisti del settore a livello internazionale. “Dal 2018 al 2024, la valutazione ministeriale della “Qualità Artistica” di “Testimonianze ricerca azioni” è sempre stata tra le più alte del settore, raggiungendo nel 2024 un punteggio di 29 punti su 35″. Nonostante ciò, per il triennio 2025-2027, a fronte di un “progetto ancora più ambizioso che prevedeva un aumento di artisti internazionali, giornate di programmazione e collaborazioni culturali”, il Ministero ha inspiegabilmente attribuito al festival un punteggio di 8,9, ben al di sotto della soglia minima di 10 punti necessaria per accedere ai contributi pubblici.

“Una valutazione che sembra essere inspiegabile – commenta Tafuri – visto che negli anni abbiamo sempre di più orientato la nostra proposta nel solco di quelle che sono le prerogative richieste dal ministero. Purtroppo notiamo che ci si indirizza sempre di più verso realtà che hanno grandi numeri, che sono maggiormente popolari e che hanno una maggiore bigliettazione, a discapito della qualità e, soprattutto, della ricerca artistica, di fatto le nostre cifre identitarie. Una identità, la nostra, che è sempre stata riconosciuta, a Genova, in Italia e in Europa”. Una esclusione, quella di “Testimonianze ricerca azioni” che si accompagna ad altri nomi eccellenti del panorama teatrale italiano: “A finire escluso sono state realtà storiche e all’avanguardia nel settore – sottolinea Tafuri – come i “Teatri di Vetro” a Roma, il festival Wonderland di Idra Teatro. Mentre altri soggetti, assolutamente di prim’ordine sono stati definanziati, come Santarcangelo e Armunia. Tutte realtà accumunate da qualità e da un diverso e approfondito approccio culturale alla dimensione teatro”.

Cosa succede adesso?

La notizia dell’esclusione dai finanziamenti ministeriali è stata une durissima doccia fredda per il Teatro Akropolis, che in questi giorni sta cercando di trovare il bandolo della matassa. “Questo esito oltre a portare ad un declassamento del festival si traduce anche in una perdita economica ingente per il teatro – spiega Veronica Righetti, della direzione organizzativa dell’Akropolis – una situazione che potrebbe tradursi in una contrazione di giornate lavorative, se non addirittura licenziamenti. Le attività di Teatro Akropolis coinvolgono sul territorio, tra personale direttamente impiegato e indotto, centinaia di lavoratori. Chiaramente il festival è confermato, ma stiamo provando a trovargli una speranza di sostenibilità. Sostenibilità che in altri casi simili è stata presa in mano dalle istituzioni locali, pronte a fare quadrato intorno ai propri “gioielli culturali”.

teatro akropolis

Oggi stiamo ultimando la richiesta di riesame – conclude Clemente Tafuri – entro fine mese avremo una risposta.
Noi siamo determinati a proseguire il nostro percorso in cui abbiamo creduto in maniera viscerale. Lo faremo in ogni caso ma chiediamo alle nostre istituzioni del territorio di non essere lasciati soli. Attendiamo ancora una convocazione ufficiale da parte di Comune e Regione, nonostante le urgenti richieste di appuntamento”.

Le reazione della politica

Nel frattempo, diversamente da altri contesti italiani, da Regione Liguria e Comune di Genova, ad oggi, ufficialmente, non c’è stato una presa di posizione o una qualsivoglia reazione “politica” alla notizia. Si segnala il comunicato stampa firmato dai consiglieri regionali Pastorino (Lista Orlando, Linea Condivisa) e Baruzzo (Pd): “Da questa Giunta vediamo assoluta indifferenza rispetto alle scelte penalizzanti del governo, non pensa di attivare nessuna misura compensativa diretta per sostenere gli enti depotenziati né si prova a interloquire direttamente con il governo per attivare misure alternative. La Regione ha accettato passivamente che il governo applicasse criteri al ribasso. Siamo preoccupati perché oltre a impoverire Genova di spazi culturali si mettono a repentaglio posti di lavoro, parliamo di un settore fondamentale anche a livello economico e produttivo”.

A livello comunale è prevista una interrogazione urgente depositata da Sara Tassara e Filippo Bruzzone (Lista civica Salis) dove viene richiesto alla giunta di “attivarsi con la Direzione Generale Spettacolo del MIC, al fine di avere contezza circa le motivazioni dell’esclusione e affinché il Comune possa trovare fondi per il sostegno a Teatro Akropolis al fine sia di garantire la realizzazione dell’importante Festival Testimonianze, Ricerca, Azioni, sia di sostenere in maniera continuativa le attività del Teatro sul territorio”.

teatro akropolis

“Deve essere sollevato il caso politico – aggiunge Tassara – visto che è chiaro il disegno di un governo di destra di zittire tutte le realtà libere, autonome e anche critiche. E poi serve che le istituzioni locali facciano la loro parte per difendere un luogo di ricerca e di produzione artistica unica nel suo genere. Una presenza territoriale che deve essere sostenuta in maniera costante per permettere una progettazione di lungo periodo”.




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