te li ricordi i due videogiochi sul vampiro?
Nosferatu di Robert Eggers è ormai giunto anche nei cinema italiani. Negli Stati Uniti è già un successo colossale di critica e di pubblico, al punto che alcuni sono arrivati a definirlo “il miglior film del 2024“, mentre la sua cavalcata al box-office sta macinando record su record. Molto del merito spetta anche al suo carismatico antagonista, Nosferatu, da cui l’opera trae il nome e che rappresenta una delle figure paradigmatiche del cinema orrifico. Non tutti, però, potrebbero sapere che proprio Nosferatu ha ispirato almeno un paio di videogiochi che citano il capolavoro di Murnau fin dal titolo: scopriamoli insieme!
Un po’ Dracula, un po’ Prince of Persia
Il primo titolo di cui vi parliamo è Nosferatu, uscito nel 1994 per Super Nintendo e sviluppato dalla giapponese SETA (che al di fuori del Sol Levante è nota perlopiù per alcuni giochi di golf e puzzle game dell’epoca SNES-N64).
Si tratta di un adventure con meccaniche action, che riprende il gameplay di Prince of Persia e del suo seguito, The Shadow and the Flame. L’ambientazione è però quella di un classico film dell’orrore, ovvero un gigantesco e labirintico castello situato in una lugubre vallata tra i Carpazi. Il maniero è la dimora del vampiro Nosferatu, che – spiega l’intro del gioco – “quando la Luna si tinge di sangue, si trasforma in un pipistrello e vola via alla ricerca della sua prossima vittima“. La malcapitata è Erin, la fidanzata del protagonista Kyle: quando la sua amata viene rapita dal vampiro per placare la sua sete di sangue, Kyle decide di avventurarsi fino al castello proibito e sconfiggere Nosferatu una volta per tutte. Attenzione, però, perché “in pochi hanno potuto vedere la faccia di Nosferatu e tornare vivi per raccontarlo. Nessuno, tra i tanti che si sono avventurati nella sua dimora, ne è mai uscito sano e salvo“. Infatti, il castello è pieno zeppo di mostruosità assortite e di trappole: poco dopo aver varcato il suo ingresso, Kyle cade vittima di un trabocchetto e finisce nelle segrete: da qui, il suo compito è quello di liberarsi, esplorare ogni stanza, fare piazza pulita dei nemici, uccidere Nosferatu e riportare a casa Erin.
L’opera targata SETA non è una trasposizione videoludica del Nosferatu di Murnau, ma è indirettamente collegata a quest’ultimo, che viene preso più che altro come fonte di ispirazioni. Il nome stesso del vampiro, per esempio, è Nosferatu solo nell’edizione in inglese, mentre in Giappone – dove la pellicola del 1922 non è mai diventata un cult – si optò per il più tradizionale “Dracula”. Tuttavia, Nosferatu rappresenta un’esperienza ludica dal forte stampo cinematografico, grazie alla lunga cinematica iniziale, a una trama tutto sommato fresca per gli standard dell’epoca e a un approccio lento e strategico alle fasi di platforming e al combattimento, che permetteva ai giocatori di godersi appieno le sale gotiche del castello.
Per la verità, la lentezza generale del gioco (e, soprattutto, del suo protagonista) fu anche uno dei motivi che affossarono Nosferatu agli occhi della critica internazionale, che evidenziò l’eccessiva legnosità del gameplay e una difficoltà decisamente improntata verso l’alto. A livello narrativo, è interessante notare come il gioco inverta la situazione iniziale rispetto al film. Nella pellicola di Murnau è il protagonista, Thomas Hutter, a recarsi per una trattativa immobiliare al castello di Orlok, dove viene imprigionato mentre il vampiro si mette in viaggio verso la Germania, dove tenterà di uccidere la fidanzata di Hutter, Ellen. Nel videogioco, invece, è Nosferatu a uscire dal suo maniero sotto forma di pipistrello, trovare una vittima qualsiasi e rapirla innescando la rabbia del suo promesso sposo.
Nosferatu e gli FPS: The Wrath of Malachi
Nel 2003, Nosferatu diventa uno sparatutto in prima persona sviluppato da Idol FX (gli autori di “Drake of the 99 Dragons”, universalmente ritenuto uno dei peggiori titoli mai rilasciati sulla prima Xbox) e pubblicato da Funbox Media.
Il nome completo di questo ibrido horror-FPS che prende spunto dagli arena shooter è “Nosferatu: The Wrath of Malachi”. La buona notizia è che The Wrath of Malachi è su Steam, quindi potete giocarlo sul vostro PC con una spesa irrisoria (mentre scriviamo è in sconto a soli 59 centesimi!). La brutta notizia è che non si tratta esattamente di un buon titolo, specie nel 2025: il comparto tecnico era datato già al lancio, più di vent’anni fa, mentre le meccaniche sono invecchiate piuttosto male e la narrazione non è nulla di che. A differenza di Drake of the 99 Dragons, però, The Wrath of Malachi piacque abbastanza alla critica al lancio, con recensioni leggermente al di sopra della media – affossate però da un lapidario 3/10 di Game Informer. L’idea di base non è proprio delle peggiori: inizialmente armati solo di uno spadino da scherma, i giocatori devono farsi largo tra le stanze di un castello infestato alla ricerca di un vampiro che ha rapito l’intera famiglia del protagonista. A complicare le cose c’è un limite di tempo pari a 90 minuti, mentre le sale del castello sono generate proceduralmente a ogni partita: i giocatori, dunque, si trovano davanti un’arena sempre nuova, e devono anche sbrigarsi se non vogliono che i loro cari diventino le prede di Nosferatu.
Esattamente come il platform del 1994 per SNES, anche The Wrath of Malachi si discosta molto dalla storia dell’originale di Murnau, anche se i suoi sviluppatori affermano di aver preso ispirazione tanto dalla perla espressionista degli anni Venti quanto dal Dracula di Bram Stoker e dal racconto “Il Vampiro” di John Polidori. Il protagonista è James Patterson, rampollo di una casata nobile britannica in viaggio da Stoccolma – dove gareggiava come schermidore per la squadra inglese alle Olimpiadi – verso la Transilvania, per partecipare al matrimonio della sorella Rebecca con il figlio del Conte Malachi, un ricchissimo nobiluomo romeno.
L’unione con i Malachi è fondamentale per i Patterson, una famiglia di sangue blu ormai caduta in disgrazia: la proposta di matrimonio del giovane Malachi è una di quelle da non farsi scappare. C’è solo un problema: il futuro genero di James è in realtà un vampiro e ha preso prigioniera l’intera famiglia Patterson, mentre il Conte Malachi vuole sacrificare la vergine Rebecca per riportare in vita un suo antenato. Parte così una corsa contro il tempo: James deve trovare e salvare uno per uno i suoi famigliari, e deve farlo rapidamente, perché ciascuno verrà ucciso a un’ora prestabilita e le loro anime renderanno ancora più potente Lord Malachi.
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