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Taylor-Serrano, la trilogia sul ring ferma l’America

Per New York la “trilogia” non è la terza finale consecutiva (Roma-Parigi-Londra come sulla sacca di una marca del lusso) che oppone Sinner ad Acaraz. Il “duello mortale” non è Psg-Chelsea (in realtà Manhattan Saint Germain contro un’altra) che chiude un mondiale per club irripetibile (si spererebbe). È invece stato il match di boxe tra Katie Taylor e Amanda Serrano, la rivincita della rivincita, la seconda volta al Madison Square Garden, la prima per una riunione tutta al femminile. Tra gli uomini va in onda un reality in cui “combattono” influencer e vecchie glorie, cartonati e c’ero una volta. Come ai giochi olimpici, per un motivo o per l’altro, è di donne con i guantoni che si parla. Come ci si arriva? Trascinati dalla polemica (nel caso di Imane Khelif) o dal marketing (nel caso di Taylor-Serrano).

La sfida è stata sceneggiata come una serie televisiva di successo. Tre stagioni. Una prima con una trama lineare e una conclusione aperta (vince Taylor, ma Serrano resta in piedi). Una seconda con variazioni sul tema (la scena si sposta in Texas), ingresso di star non protagoniste (Myke Tyson e Jake Paul), trasmissione su piattaforma streaming (Netflix), record di colpi a segno (Serrano, 324), verdetto ancora per Taylor, ma contestatissimo, che lancia la terza stagione.

A quel punto si torna al Madison. I volti delle sfidanti occupano i monitor di Times Square e i cartelloni della metropolitana, la presentazione avviene sulla cima dell’Empire State Building, che di notte s’illumina con i colori delle bandiere delle due (irlandese e portoricana). Tornano per un cameo Tyson e Paul, scommettendo un milione (in banconote del Monopoli) sul risultato. Si fa il tutto esaurito con biglietti a prezzi (relativamente) popolari (a partire da 46 dollari).

Si piazzano celebrità a bordo ring per inquadrature scalda-pubblico. Musica a palla. Inni nazionali. Ballerine. La folla che canta “Olè, olè, olè”. Trailer su megaschermo: passano gli highlight delle sfidanti. Entrate danzanti: qual è quella che le canta e quale le suona? Mamme scatenate, in platea con le figlie: «Se fai la cattiva, un giorno tutto questo sarà tuo». Che cosa ha di strano o inedito questo circo? Niente. Ha sempre funzionato così: prendi qualche minoranza e la metti a beccarsi per la gioia e il guadagno della maggioranza. Donne, irlandesi, portoricane. Il Bronx contro Spanish Harlem. Chiara e la scura. Gong. Peccato debba, come ogni storia, vissuta o scritta, finire. Ha tri-vinto Katie Taylor, come da copione. Fine, se ancora la fine dura.


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