Tavolo Ast al ministero, stop attese: «Svelare dettagli del piano Arvedi»
Dai tentativi di vantare meriti politici ai vuoti sui contenuti di un accordo di programma atteso da tre anni, ecco che scaduta da due mesi l’ultima deadline tracciata da ministero per l’intesa, è proprio dal Mimit che arriva la convocazione di un nuovo summit fra tutti gli attori in campo per il futuro dell’Acciai Speciali Terni. «Un segnale importante -commenta la Fismic – ma ora servono atti formali, impegni chiari e responsabilità condivise. In un contesto in cui l’incertezza ha finito per appesantire anche il clima interno allo stabilimento, la possibilità di una cornice istituzionale scritta, che riconosca e valorizzi quanto già investito da parte dell’azienda sul piano produttivo, può rappresentare quel punto di svolta che serve non solo per rafforzare il progetto industriale, ma anche per restituire prospettiva e fiducia ai lavoratori».
Fiom Cgil Sugli aspetti industriali i metalmeccanici di vico San Procolo non ammettono sfumature: «Non è più rinviabile una discussione complessiva sul futuro di Ast. Un confronto sul piano industriale nel suo complesso consentirebbe una valutazione più oggettiva e dettagliata degli investimenti, sia di quelli già messi a terra, sia di quelli annunciati su Tubificio e Sdf. Sono ormai passati tre anni – ricorda il segretario Fiom Cgil di Terni, Alessandro Rampiconi – dall’arrivo della nuova proprietà che ha di fatto cambiato più volte le linee guada del piano industriale, mantenendo solo l’investimento sul walking beam. Il miliardo di investimenti prevedeva, tra l’altro, un nuovo laminatoio, un nuovo BA e una nuovissima linea di decapaggio, laminazione e ricottura, oltre alle due linee del magnetico, oggi messe in stand by. Tutti gli altri investimenti fatti sino a qui sono fuori da questo schema».
Fismic A pesare sulla mancata intesa tra azienda e istituzioni, il tema dei costi energetici. Dal sindacato di via Annio Floriano commentano: «Non si può pensare a una manifattura competitiva senza affrontare strutturalmente questa variabile. È fondamentale che, all’interno dell’intesa, si preveda un percorso concreto per garantire ad Ast condizioni energetiche sostenibili e stabili nel tempo, a tutela dell’occupazione e della continuità produttiva. In un quadro internazionale complesso – prosegue la Fismic- servono visione e capacità per mettere in sicurezza i nostri asset strategici, come la filiera dell’acciaio e il lavoro che vi gravita attorno. Come Rsu Fismic Confsal seguiamo con attenzione l’evoluzione del quadro, consapevoli che la vera ripartenza passa da atti concreti, da parole che diventano impegni, e da un sistema di relazioni che sap
Rampiconi E dalla Fiom Cgil, mentre c’è soddisfazione per gli annunci che Acciai Speciali Terni ha fatto alle rappresentanze sindacali unitarie in merito al piano di investimenti e di assunzioni nell’ambito del Tubificio di Terni e la Società delle Fucine (Sdf), il monito alla direzione aziendale arriva forte e chiaro: «I livelli occupazionali – argomenta Rampiconi – non sono una variabile indipendente dagli impianti installati, dai mercati, dalle strategie commerciali, dai prodotti e dai processi. Se il piano originario puntava al mantenimento degli attuali livelli occupazionale dei diretti, cosa prevede la rivisitazione e la nuova impostazione? Come abbiamo sempre ribadito, il mantenimento dei livelli occupazionali, qualora non si riuscisse a incrementarli, in assenza di discussione, si deve riferire sia ai lavoratori diretti che a quelli dell’indotto. Per questi motivi esprimiamo solidarietà ai lavoratori della vigilanza privata rappresentati da Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil, per l’ennesimo taglio di personale. Sempre in riferimento ai livelli occupazionali – afferma Rampiconi –, va ricordato che la nuova proprietà, appena arrivata, ha stabilizzato 130 lavoratori somministrati, rioccupandone a oggi circa 70, di cui poco meno della metà compiranno, nei prossimi giorni, tre anni di agenzia interinale pur stando negli organici tecnologici di Ast. Come abbiamo detto direttamente alla proprietà diversi mesi fa, riteniamo tre anni un tempo congruo per stabilizzare i lavoratori e le lavoratrici somministrati. Oltre, ovviamente, a un’adeguata qualità del lavoro determinato da tempi, ritmi e la possibilità dei lavoratori di usufruire di ferie e permessi».
Ambiente «Vogliamo contrattare – aggiunge il numero uno Fiom – per avere un futuro industriale e produttivo integro e che sia ancora più compatibile con la salute, la sicurezza e l’ambiente. Elementi questi che non possono essere considerati costi da contrarre, anche in termini di percezione e non solo sul volume e la quantità degli investimenti ambientali che pure sono stati confermati. Per raggiungere questo ambizioso traguardo servono relazioni industriali più coinvolgenti e trasparenti come ribadito dal cavaliere Giovanni Arvedi nella riunione che si è svolta a Cremona il 10 dicembre 2024».
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