Tariffe telefoniche legate all’inflazione, Forza Italia fa retromarcia: ritirato l’emendamento

ROMA – Forza Italia ha ritirato l’emendamento al disegno di legge Concorrenza, ora al Senato, che avrebbe permesso agli operatori di agganciare le tariffe all’inflazione senza attivare il diritto di disdetta gratuita. Il partito di maggioranza spiega la decisione di rinunciare alla modifica “a fronte delle polemiche che ne sono scaturite – si legge nella nota del senatore Dario Damiani – ma chiediamo di aprire quanto prima un tavolo di confronto per individuare le modalità migliori per regolamentare il settore delle tariffe a tutela dei cittadini”. Secondo il parlamentare, la proposta nasceva dal fatto che in Italia “oggi vige la legge della giunga con prezzi che variano, unilateralmente, da un momento all’altro. Così, da tariffe inizialmente molto basse si arriva a pagare, nel giro di pochi mesi, cifre di molto superiori. Noi siamo per la regolarità e la trasparenza a tutela dei consumatori. Per questo abbiamo proposto delle regole chiare”.
Come funziona l’adeguamento delle tariffe oggi
Gli operatori telefonici avevano già tentato nel 2023 a imporre rincari automatici con l’inflazione. L’Agcom (Autorità tlc) è però intervenuta per limitarli. Adesso quindi è possibile applicare modifiche tariffarie che seguano l’inflazione solo dodici mesi dall’attivazione dell’offerta. Consentiti anche rincari automatici con costi superiori all’inflazione; ma in quel caso gli utenti hanno diritto a fare una disdetta gratuita. L’emendamento invece stabilisce che gli aumenti indicizzati non siano più considerabili come variazione unilaterale del contratto, quindi non danno diritto a disdetta gratuita. Possibile solo su offerte già attive al momento dell’entrata in vigore della legge, purché quelle non abbiano già subito modifiche dagli operatori nei dodici mesi precedenti.
Source link




