Marche

Tariffa idrica e Tari più care delle Marche: Pesaro è maglia nera

PESARO Il capoluogo di provincia più caro delle Marche per la tassa sui rifiuti e per la tariffa idrica. Pesaro indossa la maglia nera nella regione per i costi a carico degli utenti sia del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti sia del servizio idrico integrato, entrambi erogati da Marche Multiservizi. È quanto emerge da due recenti studi nazionali sulle spese sostenute nel 2024 da una famiglia tipo nei capoluoghi di provincia: l’indagine conoscitiva sulla Tari svolta dal sindacato Uil e il rapporto acqua curato dall’associazione Cittadinanzattiva.

In entrambe le analisi, tassa e tariffa pesaresi sono più alte anche della media nazionale, in modo marcato per il servizio idrico. Dati che rendono stringente il tema della riorganizzazione dei servizi pubblici locali posto negli ultimi mesi, con dinamiche separate ma convergenti, da associazioni e comitati (da una parte) e da alcuni partiti politici (dall’altra). Tutti chiedono il ritorno a una gestione totalmente pubblica dei servizi rispetto all’attuale società mista, in cui Hera (il partner industriale quotato in borsa) detiene il 46,7% delle azioni e gestisce l’azienda mentre il resto è ripartito tra gli enti locali. Le istanze hanno preso forza dalla vicenda della discarica di Riceci, contestata sul piano ambientale e molto controversa su quello finanziario, e dalla stangata di fine 2024 sull’acqua, di pochi mesi successiva a quella sui rifiuti.

Lo studio della Uil, pubblicato nel febbraio 2025 (curato dal servizio stato sociale, politiche fiscali e previdenziali, immigrazione), prende in considerazione come campione un nucleo di 4 componenti con un’abitazione di 80 metri quadrati e un reddito Isee di 25.000 euro. Questa famiglia tipo nel 2024 per la Tari ha sborsato mediamente in Italia 337,77 euro. A Pesaro ha pagato 9,06 euro in più (2,6%), ovvero 346,83 euro (+1,53% sul 2023). Si tratta di una tassa più alta di 15,51 euro rispetto a quella di Ancona (331,31 euro, +13,31% sul 2023), di 128,43 euro rispetto a Fermo (218,40 euro, +14,54%), di 142,71 euro rispetto a Macerata (204,12 euro, +8%), di 146,91 euro rispetto ad Ascoli Piceno (199,92 euro, +6,73%).

L’aumento temperato dal Comune

Nell’aprile 2024 l’Ata rifiuti di Pesaro Urbino, sulla base del nuovo sistema tariffario di Arera, aveva deliberato un aumento per la Tari del 5,6%, da ripetere nel 2025; un rincaro che il Comune di Pesaro ha contenuto mediamente nel 4% (altri Comuni come Urbino e Vallefoglia hanno applicato l’aumento intero, Fano unico Comune in provincia l’ha commutato in un calo dell’1,26% per le famiglie e del 2,57% per le imprese grazie al recupero dell’evasione).

Il rapporto annuale del marzo 2025 di Cittadinanzattiva sul servizio idrico integrato (redatto dall’Osservatorio prezzi & tariffe) prende in esame una famiglia composta da 3 persone, con due ipotesi di consumi idrici: 182 metri cubi e 150 metri cubi annui, al fine di segnalare il vantaggio di un uso più parsimonioso dell’acqua compatibile con i cambiamenti climatici.

La spesa più onerosa

In entrambi i casi, la spesa annua a Pesaro è stata la più onerosa tra i capoluoghi delle Marche. Consumando 182 metri cubi di acqua, la famiglia tipo ha pagato mediamente 500 euro in Italia (+4% sul 2023). A Pesaro ha sborsato il 42% (212 euro) in più, ovvero 712 euro per un incremento del 7,6% sul 2023 (a Urbino ugualmente). La tariffa idrica è più alta di 129 euro rispetto a quelle di Fermo e Ascoli Piceno (per entrambe le città 583 euro, +6,9% sul 2023), di 164 euro rispetto a Macerata (548 euro, +7,2%), di 169 euro rispetto ad Ancona (543 euro, +6,1%). Consumando 150 metri cubi annui, il nucleo di 3 persone l’anno scorso ha speso mediamente in Italia 394 euro (+4% sul 2023), con un risparmio di 106 euro rispetto alla categoria di consumo superiore. A Pesaro (e a Urbino) questa stessa famiglia ha corrisposto il 39% (154 euro) in più: 548 euro (+7,6% sul 2023) con un risparmio di 164 euro rispetto al consumo superiore. Ad Ascoli Piceno e Fermo il costo familiare è stato di 474 euro (+6,8% sul 2023), a Macerata di 442 euro (+7,3%) e ad Ancona di 438 euro (+6,1%).

La protesta contro i dividendi

Le nuove tariffe idriche, deliberate dall’Aato 1 lo scorso ottobre sulla base delle indicazioni di Arera risalenti al dicembre 2023, hanno sollevato un’ondata di proteste di cittadini, mondo economico e opposizioni politiche contro la decisione assunta dai sindaci. L’incremento dell’8% applicato con effetto retroattivo dal primo gennaio 2024 ha generato un salasso di fine anno per il conguaglio. Questo aumento dell’8% viene reiterato nel 2025, secondo quanto emerso dalle audizioni presso la commissione consiliare pesarese enti partecipati. Inevitabilmente, la critica di associazioni e categorie si è incentrata sugli alti dividendi distribuiti da Marche Multiservizi (il 73% degli oltre 12 milioni di euro di utili nel 2023).




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