Tajani risponde alla Lega: “Noi siamo seri, non creiamo problemi alla coalizione”. Poi la frase sui ‘quaquaraquà’
“A volte ci attaccano anche aspramente, ‘non ragioniam di lor ma guarda e passa“. Così il segretario di Forza Italia, il vicepremier Antonio Tajani, chiudendo l’evento che gli azzurri hanno organizzato a Milano. “Forse – ha aggiunto – perché pensavamo che ci saremmo sciolti come neve al sole o perché pensavano di saccheggiare i nostri pascoli. Ma abbiamo saputo difendere le nostre pecorelle e i nostri elettori sono aumentati”. Parole che suonano chiaramente con una risposta alla Lega di Salvini e agli attacchi che in questi giorni si ripetono all’indirizzo di Forza Italia, da ultimo il caso di Claudio Durigon.
“Noi non pronunciamo mai parole contro i nostri alleati, siamo leali sempre e comunque, anche se siamo distanti, a volte molto distanti. Non sarà mai Forza Italia a creare problemi alla coalizione del centrodestra. Noi siamo seri e responsabili – continua il vicepremier Antonio Tajani -. Siamo leali agli elettori di centrodestra e abbiamo il dovere di governare insieme fino a fine legislatura”, ha aggiunto Tajani, sottolineando comunque che “senza di noi il centrodestra non esiste e non esisterebbe”.
In un altro passaggio del suo intervento, poco dopo la visione dell’ultimo discorso di Silvio Berlusconi, Tajani ha sottolineato come “Il testamento politico che noi abbiamo raccolto dimostra cosa è un partito serio e che differenza c’è tra questo e un partito quaquaraquà. Un partito quaquaraquà è un partito che parla, che dice senza sognare, senza riflettere. I partiti quaquaraquà sono partiti populisti. Sono quelli che un giorno dicono una cosa e un altro giorno ne dicono un’altra. I partiti seri sono quelli che studiano, che approfondiscono e poi parlano e poi decidono. Quelli che poi fanno quello che dicono e non rinnegano quello che dicono, cambiando idea”. Lo ha detto il leader di Forza Italia e vicepremier, Antonio Tajani, concludendo i lavori dell’evento ‘Forza Europa. Giovani per la libertà verso il futurò, organizzato a Milano. “Oggi – ha aggiunto Tajani- abbiamo dimostrato di avere una classe dirigente che è in grado di approfondire, con grande determinazione e con grande serietà, argomenti che sono quelli che i giovani sentono come priorità. Chi strilla vuol dire che conta poco e comanda poco. Noi preferiamo lavorare e non strillare“.
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