Tagli al fondo automotive, ora Urso corre ai ripari
ROMA — Il ministro delle Imprese, Adolfo Urso, di fronte all’ira delle aziende della componentistica auto per il taglio del fondo automotive, 4,6 miliardi di euro spariti per andare a rimpolpare altre voci della manovra, tira la giacchetta al ministro dell’Economia e delle finanze, Giancarlo Giorgetti. Lo fa nel giorno in cui Stellantis pubblica i dati dell’ultimo trimestre. «Valuteremo assieme al ministro dell’Economia Giorgetti, in questo percorso della manovra, se sia possibile incrementare il fondo per raggiungere il sostegno alla filiera della componentistica in questa fase, perché resti competitiva a livello globale», dice Urso. E poi aggiunge: «C’è una riduzione di questi fondi che interessa anche i prossimi anni, ma ho assicurato all’Anfia che tutte le risorse che sarà possibile destinare saranno destinate al sostegno della componentistica affinché superino questa fase di transizione particolarmente difficile». Peccato che si tratta di briciole. In totale, al 2030, sono 1,2 miliardi di euro, una media di 200 milioni all’anno. Insomma, briciole. E anche se dovesse arrivare un’integrazione, l’Anfia, associazione di categoria della componentistica auto, teme che sia insufficiente rispetto ai bisogni e alla crisi che il settore sta vivendo.
Stellantis conferma i target finanziari del 2024, già rivisti al ribasso a settembre, ma chiude il terzo trimestre con un forte calo dei ricavi e delle consegne. Il titolo a Piazza Affari chiude con un +2,93% grazie ai livelli di riduzione degli stock negli Usa. I ricavi netti del gruppo nato dalla fusione tra Fca e Psa ammontano nel terzo trimestre a 33 miliardi di euro, con una flessione del 27% rispetto allo stesso periodo del 2023, «dovuta principalmente a minori consegne e a un mix sfavorevole, oltre all’impatto dei prezzi e dei cambi». Le consegne consolidate sono 1.148 mila, diminuite di 279 mila unità, cioè del 20% su base annua. «Il terzo trimestre – spiega Stellantis – ha scontato la cessata produzione di diversi modelli per l’avvio della transizione del portafoglio prodotti a livello globale, la riduzione pianificata delle scorte in Nord America e gli impatti derivanti da un contesto di mercato europeo difficile. Il piano prodotti rimane in linea con l’obiettivo di presentare circa 20 nuovi modelli nel 2024».
Debutta anche il nuovo cfo di Stellantis, gruppo che ha come primo azionista la holding Exor che controlla anche Repubblica. «Sebbene la performance del terzo trimestre 2024 sia inferiore al nostro potenziale – dice Doug Ostermann – sono soddisfatto dei progressi nell’indirizzare i problemi operativi, in particolare lo stock negli Stati Uniti, che è stato ridotto in modo significativo ed è in linea con gli obiettivi di fine anno, nonché della stabilizzazione della quota di mercato nello stesso Paese». Ostermann spiega che la conferma delle previsioni sui target dà a Stellantis «la flessibilità necessaria per affrontare le sfide, aumentare il ritmo delle vendite e recuperare la nostra quota di mercato in modo da avere una sana quota di ordini per il prossimo anno. Abbiamo bisogno di flessibilità per varare le giuste misure quando vedremo come si svilupperà il resto dell’anno. Per questo non ho voluto restringere il range».
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