Taco, il significato del soprannome che fa arrabbiare Donald Trump
Un nomignolo poco lusinghiero circola dietro le scrivanie di Wall Street, e intacca l’aura di uomo deciso del presidente.

Un presidente tutto da sgranocchiare. No, in realtà il nuovo soprannome poco lusinghiero affibbiato al presidente e che circola sulle bocce di Wall Street non ha a niente a che vedere con il piatto messicano. TACO è l’acronimo di Trump Always Chicken Out, che sta a indicare che il tycoon è un codardo, si tira indietro di fronte alle difficoltà del mercato finanziario. Simpatico ma fortuito il caso per cui il verbo sintagmatico usato qui include la parola “pollo”. Ad ogni modo, il presidente non l’ha chiaramente presa bene.
L’acronimo e la reazione del presidente
L’attuale reputazione del capo degli Stati Uniti non è delle migliori; non solo nel settore commerciale, dove viene attaccato per l’imposizione dei dazi, ma anche sul mercato finanziario.
A furia di girare di bocca in bocca, il buffo nomignolo attribuitogli di recente dagli impiegati di Wall Street è arrivato al grande pubblico: TACO, acronimo che solo per caso si riferisce alla preparazione culinaria, ma che in realtà indica la mancanza di coraggio del presidente.
A prendersi la briga di interrogare Trump sul soprannome è stata la stampa presente alla Casa Bianca. La reazione del tycoon è stata tra il sorpreso e l’ironico: “Oh, che simpatico. ‘Mi tiro indietro’… non lo sapevo“, ha risposto ai giornalisti.
L’immagine di uomo risoluto vacilla, proprio come i titoli in borsa che i poveri dipendenti di Wall Street si trovano a dover gestire, a seguito delle tariffe.
Ma anche queste ultime traballano, dato il recente blocco che frena al momento tutte le tasse imposte dal Liberation Day, tranne in certi settori.
Merito di una manciata di piccole imprese statunitensi che si sono ribellate, con mezzi legali, alle decisioni unilaterali del presidente americano; tra queste, un’azienda di importazioni di vini, che diventa portavoce dei timori generali di uno tra i settori più esposti alle nuove politiche di commercio estero.
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