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Svizzera nel caos dopo i super dazi Usa al 39%: presidente Keller-Sutter sotto accusa


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Wsj: la riforma fiscale inizia a portare un’ondata di liquidità alle grandi aziende

Svizzera nel caos dopo i super dazi Usa, presidente sotto accusa

E’ caos in Svizzera dopo l’annuncio di Donald Trump di voler imporre maxi-dazi del 39% sulle esportazioni elvetiche. L’annuncio, arrivato nel giorno della festa nazionale svizzera, ha scatenato un’ondata di critiche nei confronti della presidente Karin Keller-Sutter, accusata di aver “mal calcolato i margini” di un’intesa con Washington. A guidare la risposta è ora il ministro dell’Economia Guy Parmelin, che ha promesso una reazione rapida: “Faremo tutto il possibile per mostrare buona volontà e rivedere la nostra offerta”, ha detto alla radiotelevisione svizzera, confermando che un vertice di governo d’urgenza si svolgerà oggi per definire una controproposta prima dell’entrata in vigore dei dazi, il 7 agosto. Tra le opzioni al vaglio, il ministro ha indicato maggiori importazioni di gnl dagli Usa e un piano di investimenti diretti da parte delle aziende svizzere nel solco di quanto messo sul tavolo dall’Ue, assicurando di essere pronto a volare insieme alla presidente a Washington “se necessario”. Ma le polemiche sulla gestione politica non si placano. Il tabloid Blick ha bollato l’esito della trattativa come la “peggiore disfatta svizzera dal 1515, quando la Svizzera perse la battaglia di Marignano” contro i francesi e veneziani, mentre fonti governative hanno descritto l’ultima telefonata tra Keller-Sutter e Trump come “gelida, senza intese né aperture”. C’è anche chi punta il dito contro l’industria farmaceutica, accusata di aver irritato la Casa Bianca. L’allarme tra gli economisti e le associazioni di categoria, con migliaia di posti a rischio e una possibile frenata dell’economia, è alto al punto da temere una recessione. Anche il ceo di Swatch, Nick Hayek, è intervenuto nel dibattito, esortando la presidente ad andare a Washington.

**Borsa Zurigo: listini in rosso dopo dazi Usa, giù anche il franco

Borsa di Zurigo in controtendenza rispetto agli altri listini europei: la Piazza elvetica, chiusa venerdì, si allinea in ritardo alle flessioni degli indici globali e risente dei dazi al 39% imposti dagli Stati Uniti. Pesano inoltre le pressioni del presidente americano Donald Trump nei confronti delle case farmaceutiche per abbassare i prezzi dei medicinali. L’indice Smi perde lo 0,97%, mentre le vendite colpiscono in particolare Ubs (-2,04%), Roche (-1,75%) e Alcon (-1,59%). Sopra la parità soltanto Swisscom (+2,39%). Debole anche il franco svizzero, con l’euro in rialzo dello 0,4% a 0,9348 franchi e il dollaro a 0,8087 (da 0,8038 venerdì).

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Wsj: la riforma fiscale inizia a portare un’ondata di liquidità alle grandi aziende

L’entità dei risparmi di cassa derivanti dalla legislazione fiscale federale di quest’estate sta iniziando a prendere forma nelle maggiori aziende americane.

 AT&T ha recentemente dichiarato di aspettarsi da 1,5 a 2 miliardi di dollari di risparmi fiscali in contanti quest’anno, grazie alle disposizioni della legge fiscale e di spesa soprannominata One Big Beautiful Bill Act. La parte alta della forchetta equivale a un aumento dell’11% delle stime degli analisti sul flusso di cassa libero del 2025 prima dell’entrata in vigore della legge. AT&T ha stimato un risparmio fiscale annuale di 2,5-3 miliardi di dollari sia nel 2026 che nel 2027.

“Più denaro in tasca all’azienda. Meno contanti nelle tasche dello Zio Sam. In teoria questo dovrebbe essere positivo per gli investitori”, ha dichiarato David Zion, fondatore di Zion Research Group e analista contabile e fiscale di lunga data.

Zion stima che i risparmi fiscali in contanti di Amazon.com quest’anno potrebbero essere pari a 15,7 miliardi di dollari, equivalenti al 43% della stima media degli analisti per il flusso di cassa libero del 2025. Altre società con risparmi annuali stimati pari o superiori al 30% del flusso di cassa libero sono Charter Communications, Targa Resources e Texas Instruments.

 

Complessivamente, Zion stima 148 miliardi di dollari di risparmi fiscali in contanti per un campione di 369 società dell’S&P 500. Ciò equivale all’8,5% del flusso di cassa libero del 2025. Ciò equivale all’8,5% delle stime combinate di free cash flow per l’intero anno delle società al 30 giugno, poco prima che il Congresso approvasse la legge fiscale, secondo le stime compilate da S&P Global Market Intelligence.

Amazon, Meta, Alphabet e Microsoft insieme hanno rappresentato il 38% del totale. La maggior parte delle aziende, comprese queste quattro, non ha ancora divulgato stime che ne quantifichino l’impatto. Zion ha utilizzato le stime per il 2025 per le società con esercizi fiscali in calendario e quelle per il 2026 per le società con esercizi fiscali non in calendario.


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