Sussurri, spettacolo per tutelare il patrimonio culturale di Cogne
Uno spettacolo per tutelare il patrimonio culturale di Cogne, uno dei luoghi simbolici delle antiche tradizioni della Valle d’Aosta. E un albergo storico di 100 anni, il Bellevue, sinonimo di casa di montagna, di luce e pace, ai piedi del Gran Paradiso, dove le famiglie Roullet e Jeantet hanno portato e mantenuto ai massimi livelli l’arte dell’ospitalità. Queste due storie si incontrano oggi sul prato di Sant’Orso nella parte adiacente al Bellevue, per un grande evento aperto a tutti con lo spettacolo “Sussurri”, frutto di una ricerca antropologica ed etnomusicologica condotta attraverso documenti, leggende, rituali e testimonianze dirette degli anziani sulla vita che si svolgeva nei villaggi di montagna prima dell’arrivo della tecnologia, con uno sguardo alla relazione dell’uomo con la natura circostante. Oggi 7 agosto, alle 17, con accesso libero, il Bellevue di Cogne celebra i 100 anni con lo spettacolo di narrazione e musica di Livia Taruffi, Rémy Boniface, Cecilia Lasagno e con la partecipazione di Sophie Borney.
È un’opera che si contraddistingue per la dichiarazione d’amore a un territorio di montagna amato profondamente dagli autori. Gli spettatori vengono trasportati in un flusso narrativo di leggende, superstizioni e usanze alpine riferite alla flora, alla fauna e alla vita di montagna. Con Rémy Boniface alla ghironda, organetto diatonico, cornamusa, violino, e la cantautrice e strumentista Cecilia Lasagno (arpa e voce), la musica riporta ad un mondo passato ma di cui restano tracce indelebili nella memoria collettiva e nello sforzo di mantenere vive le tradizioni locali. Un suono, una parola, una fotografia, possono restituire al presente anche l’anima della gente e del posto in tempi lontani. «L’estate di una volta profumava di latte appena munto e di erba fresca – racconta Laura Roullet, oggi prima di cordata alla guida del Bellevue con la sua grande famiglia, nel ricordo del padre Piero Roullet, – risuonava di fisarmoniche e frasoulet che accompagnavano passi leggeri. In alpeggio, durante la pesata del latte, le persone si ritrovavano per celebrare con semplicità e gioia. Si ballava a piedi nudi sull’erba, sotto gli occhi silenziosi delle montagne. I bambini apprendevano presto il ritmo delle danze tradizionali e il suono di uno strumento musicale diventava parte della vita quotidiana. Nei giorni speciali, la comunità si riuniva in costume, trasformando ogni festa in una memoria lunga tutta una notte: canti, danze, brindisi e banchetti. Era il tempo in cui l’estate aveva il sapore autentico di una felicità semplice, vissuta intensamente insieme».
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