superati i limiti di sforamenti del Pm10
Da inizio 2024 sono già quattro le centraline dell’Emilia-Romagna che hanno superato il limite dei 35 giorni di sforamento della concentrazione di Pm10 in un anno: Modena (51 giorni), Carpi (37 giorni), Ferrara (36 giorni), Piacenza (38 giorni) e Rimini (39 giorni). E il tasso di motorizzazione resta molto alto, con 538 auto ogni 1000 abitanti a Bologna, “molto di più che a Madrid o Parigi”. Lo rileva Pendolaria, il report di Legambiente sul trasporto pubblico.
Pesano nel giudizio sull’Emilia-Romagna, anche la programmazione di infrastrutture impattanti, come l’autostrada Cispadana, la bretella Campogalliano-Sassuolo e il Passante di Bologna. “Si tratta – afferma l’associazione ambientalista – di infrastrutture che non solo andranno a consumare suolo (nel caso della Campogalliano-Sassuolo frammentando l’area protetta lungo la fascia del fiume Secchia) e a contribuire ai problemi di inquinamento, ma che porteranno a uno spreco di denaro che, come visto per gli altri casi, non sarà limitato a fondi privati. Progetti che vanno esattamente nella direzione opposta rispetto alla riduzione dell’utilizzo del mezzo privato. Il tutto quando esistono alternative più economiche e di minor impatto, come nel caso del completamento della strada di scorrimento tra Reggiolo e Ferrara sud, già costruita per 25 chilometri e con progetto preliminare approvato, al posto della Cispadana”.
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Ferrovie, le linee peggiori
Legambiente punta il dito anche sui finanziamenti regionali per il trasporto. Dopo il ricambio degli anni scorsi “in Emilia Romagna solo lo 0,65% del bilancio è stato investito per il finanziamento del servizio ferroviario e l’acquisto di nuovo materiale rotabile”. Per quanto riguarda le linee peggiori, Pendolaria segnala il balzo indietro della Bologna-Portomaggiore: prima dei lavori “era la seconda per numero di passeggeri trasportati in settimana, a causa dei continui disservizi e del prolungarsi dei lavori ha perso molta parte dell’utenza che preferisce spostarsi con mezzo privato”.
La linea Bologna-Prato, anch’essa interessata da lavori, “registra ogni giorno ritardi e cancellazioni di treni, spesso comunicate all’ultimo se non addirittura non comunicate”. Infine, la linea Bologna-Ravenna-Rimini, “anche questa con problemi di ritardo dei treni e soprattutto di sovraffollamento, in particolare nel periodo estivo e come abbiamo visto soggetta a chiusure per allagamenti e smottamenti del sedime”. “Occorrono più treni e una frequenza maggiore di corse, oltre al ripristino di corse di Intercity che con gli anni sono state soppresse per far posto all’Av salvo poi far fare a queste fermate in centri più piccoli per garantire collegamenti rapidi tra capoluoghi di provincia”, commenta Legambiente Emilia-Romagna. “Positiva la realizzazione finalmente del tram a Bologna, ma manca ancora il completamento dell’Sfm con corse frequenti e soprattutto un servizio Tpl accettabile in tutti i capoluoghi”.
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In molte città, rileva però l’associazione, il “servizio non è adeguato con corse ogni 30 minuti che diventano anche ogni ora nei giorni festivi, mezzi obsoleti, per non parlare del trasporto scolastico, spesso inadeguato per numero di mezzi e frequenza. Se vogliamo che le persone pensino al Tpl come prima scelta al posto dell’auto privata dobbiamo offrire un servizio di qualità a partire dalle giovani generazioni”. (fonte: agenzia Dire)
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