Sul Sole 24 Ore lettera autoassolutoria di Castellucci (Autostrade). Indignati i parenti delle vittime del Morandi
Nella domenica di Pasqua, e nonostante le proteste del Comitato di redazione, il Sole 24 Ore pubblica una lunga lettera dell’ex amministratore delegato di Aspi Giovanni Castellucci, condannato in via definitiva a 6 anni di carcere per la tragedia di Acqualonga ed imputato anche per il disastro del ponte Morandi. Una missiva che Castellucci ha scritto ai suoi familiari, subito dopo la sentenza definitiva. I parenti del manager hanno quindi inoltrato la lettera al quotidiano di Confindustria che ha deciso di pubblicarla interamente e senza filtri, suscitando reazioni indignate.
Il 28 luglio del 2013 un bus precipitò dal viadotto di Acqualonga, in provincia di Avellino, sfondando la barriera autostradale dopo aver perso il controllo. Persero la vita 40 persone. Secondo quanto emerso dalle indagini, alcuni tiranti che collegavano la barriera in calcestruzzo alla piattaforma autostradale erano corrosi. Se fossero stati correttamente manotenuti o sostituiti, la tragedia avrebbe potuto essere evitata. Ciò, in sostanza, ha portato alla condanna dell’allora numero uno del gruppo autostradale.
Nella sua lettera Castellucci difende però il suo operato come a.d. ed afferma di non avere alcuna responsabilità per l’accaduto. “C’entrava qualcosa l’amministratore delegato? Certo che no, infatti non sono mai stato indagato per temi di manutenzione”, scrive il manager. Castellucci sposta la responsabilità sui direttori di tronco che “avevano tutte le deleghe e i fondi per operare in autonomia”.
Segue una lunga ricostruzione della vicenda processuale che ha avuto al centro anche una deliberazione del cda di Autostrade del 2008, in cui venivano stanziati 138 milioni di euro per la manutenzione delle barriere. Tuttavia quelle sul viadotto Acqualonga non vennero cambiate perché ritenute “sicure” dal progettista responsabile. Tanto basta a Castellucci per esimersi da qualsiasi responsabilità e concludere che per gli amministratori delegati la cosa migliore da fare è “non fare, dire, proporre e firmare alcunché. Essere un fantasma. Lasciare le cose come le si sono trovate”.
Alla lettera replica il Comitato Ricordo Vittime Ponte Morandi che critica pure la scelta de Il Sole 24 Ore di pubblicarla. “Pur comprendendo e rispettando la tristezza dei familiari per un loro caro che si trova rinchiuso in carcere, condannato in via definitiva, comprensione che per contro ci viene difficile immaginare nel nostro caso, visti gli atteggiamenti emersi a suo tempo (grigliate, ecc.) non possiamo però esimerci da un’attenta valutazione di quanto sta accadendo“, si legge nella risposta del Comitato.
“Un condannato in via definitiva per la strage di Avellino, allora amministratore delegato di ASPI, Castellucci Giovanni scrive oggi sul Sole 24 Ore un’intera pagina di assoluzione del suo operato, come a trasformarsi in agnello immolato proprio nel giorno festivo di Pasqua. Questo avviene con l’approvazione della direzione della testata, nonostante la richiesta di ripensamento emersa del Comitato di Redazione del giornale stesso, che avrebbe ritenuto inopportuno concedere la pubblicazione di questa lunga lettera, senza filtri giornalistici”, continua il comunicato.
“Noi possiamo ben comprendere quanto possa far male, a chi ha perso una persona cara nella strage di Avellino, leggere quanto scritto dopo anni di attesa del giudizio.
Comprendiamo anche molto bene che queste parole affidate alla carta stampata abbiano uno scopo e pensiamo che la strategia alla loro base sia comunque quella di svilire un giudizio definitivo, che dopo ben tre gradi processuali ha ritenuto colpevoli Giovanni Castellucci ed altri imputati dei reati a loro contestati per questa strage”. Si tratta, secondo il comitato, anche di un tentativo di riabilitare il manager di fronte all’opinione pubblica, “come se il ruolo di dirigenza e comando in un’impresa fosse soltanto un ruolo rappresentativo, come se la delega potesse eliminare le responsabilità di cui un ruolo come quello di vertice è intriso”.
“Ancora una volta questa è la dimostrazione di potere di una persona che ha retto le sorti di una società importante come ASPI per molti anni, questo potere ha permesso che le sue dichiarazioni fossero scritte su un giornale importante a tutta pagina, chissà se la stessa possibilità potrebbe essere concessa ad un condannato ad altro titolo, meno blasonato. Perché per la legge, questo signore non è solo responsabile per l’operato della società nella vicenda della strage di Avellino, è anche colpevole”, conclude la replica.
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