«Sui rifiuti io sto con Biancani. Chi lo attacca pensa solo ai voti»
Alessia Morani ma che fa il Pd? Scivola sulla buccia di banana dei rifiuti?
«Un momento: credo che questo cortocircuito sui rifiuti sia frutto di un grande equivoco».
Lo scontro c’è e nemmeno circoscritto alle segrete stanze.
«Parlo di equivoco alla base del tema rifiuti. Va focalizzato l’argomento. Un conto sono le osservazioni dei sindaci ad Ata e un conto è il progetto della discarica di Riceci. Se parliamo di Riceci, il caso discarica è morto e sepolto con il diniego della Provincia. Tutti hanno detto no a quell’impianto. Altro è se parliamo del Piano rifiuti e delle proposte che stanno generando una gran discussione ma che non hanno nulla a che fare con Petriano. Questioni separate e che però alla fine hanno mandato in tilt la comunicazione sovrapponendosi. Sono iniziati a uscire gli attacchi dei 5 Stelle e praticamente in contemporanea la presa di posizione della consigliera regionale Vitri che ha puntato il dito contro il sindaco Biancani».
E lei con chi sta?
«Io con Biancani. Ho fatto l’amministratore e so come possa essere complicato gestire un’emergenza come quella dei rifiuti. E sia chiaro: in questa vicenda il sindaco di Pesaro non è solo o isolato. La proposta che l’assemblea dell’Ata sarà chiamata a discutere è frutto di una discussione che coinvolge Comuni e imprese, c’è un dibattito aperto dentro le istituzioni e le associazioni ed è assolutamente trasversale. Il tema esiste. Nel Pesarese abbiamo un problema: i nostri impianti stanno andando in esaurimento e c’è la necessità di trovare dei nuovi siti. La gestione del ciclo dei rifiuti è molto complessa e va gestita in maniera pragmatica».
Come se ne esce?
«Io mi iscrivo dentro la corrente dei pragmatici, sono per un sano pragmatismo amministrativo e vorrei che anche all’interno del Pd ci fosse questo tipo di ragionamento. Noi democrat siamo un partito di governo, non siamo un movimento o un comitato, per questo la gente si aspetta delle soluzioni ai problemi. Altrimenti smarriamo quella che è la nostra funzione».
Quindi?
«Aprirei un confronto pubblico. Dobbiamo mettere i cittadini di fronte a una scelta: o pagare di più perché i rifiuti devono andare fuori regione o scegliere insieme, anche con una consultazione, dove collocarli o decidere quali possano essere gli impianti utili sul territorio. Questo il Pd deve essere pronto a dire insieme agli amministratori del territorio. Ma il dibattito va fatto, sennò spuntano comitati come funghi e i sindaci devono essere pronti a trovare soluzioni. Anche perché il fine mandato della giunta Acquaroli sarà contrassegnato dal Piano dei rifiuti».
Però quei 500 metri vogliono dire discarica con vista.
«Sono le stesse distanze di Umbria, Toscana ed Emilia dove hanno impianti che sono delle eccellenze.
Resta valido il “not in my back yard”.
«A Copenaghen ho sciato sopra il prato del termovalorizzatore in centro città, c’è persino un open bar».
Torniamo al nervosismo nel Pd. Un effetto collaterale della fibrillazioni per scegliere il candidato in Regione?
«Non è solo la fibrillazione per il vertice. C’è anche la base da considerare. Chi di si deve ricandidare (la Vitri, ndr) sta già cominciando a pensare a come accaparrarsi più voti possibili per il prossimo anno. E inizia ad agire di conseguenza: i consensi diventano l’unico scopo».
Qualche pensierino lo fa?
«Sono a disposizione del partito come ho sempre fatto. Se lo riterrà io ci sarò. Ma non mi autocandido».