Basilicata

Sud Italia a rischio: il piano di riarmo europeo minaccia i fondi di coesione

Il piano di riarmo UE minaccia i fondi di coesione, vitali per il Sud Italia. Sindaci e cittadini chiedono garanzie, temendo un’ulteriore penalizzazione del Mezzogiorno, già in difficoltà.


In che modo gli scenari internazionali possono impattare sul futuro del Sud? Che effetto avrà sul Mezzogiorno, già messo in difficoltà dalla politica dei dazi e dal disimpegno Nato di Donald Trump, la decisione della Presidente della Commissione Europea Ursula Von Der Leyen di destinare 800 miliardi di euro al rilancio del sistema difensivo continentale? Nel Piano di Riarmo approvato dall’Europarlamento è prevista «la possibilità di reindirizzare verso la difesa le quote non utilizzate dei fondi di coesione (che si stima ammontino a circa 350 miliardi di euro). Si tratta di una possibilità volontaria, lasciata a ciascuno Stato membro, e che comprenderebbe anche progetti di ricerca e infrastrutture». Nel corso del dibattito parlamentare del 18 marzo, la presidente del Consiglio Meloni ha ribadito che l’Italia non lo farà.

RIARMO E L’ALLARME DI RECOVERY SUD: PETIZIONE PER TUTELARE I FONDI PER SUD ITALIA.

Ma l’associazione di Sindaci Recovery Sud, la prima rete di amministratori meridionali nata nel 2021 in concomitanza con il varo del Pnrr, teme che il futuro possa riservare brutte sorprese. E per questo, sulla scorta dell’esperienza del passato, chiede garanzie precise. Perciò ha lanciato questa petizione. Che nello stesso tempo riafferma i valori dell’europeismo – vitali per le regioni meridionali in quanto rappresentano la cornice in cui si inseriscono i processi di sviluppo locale – e mette in guardia contro il pericolo di smantellamento delle politiche di perequazione che può originarsi sotto la doppia spinta dello sforzo bellico e dell’iperliberismo trumpiano.

«Noi Sindaci e Cittadini del Sud, preso atto che l’Unione Europea ha varato il piano Rearm EU, consapevoli della necessità di rafforzare l’asse della sicurezza e della difesa comune europea, in un quadro di una più forte e coerente unità politica dell’Unione europea, chiediamo che i fondi europei destinati alla Coesione sociale e territoriale non siano impiegati per tale finalità. Chiediamo che le rassicurazioni fornite dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni e i timori espressi dagli esponenti di entrambi gli schieramenti politici trovino un riscontro reale e garanzie a livello parlamentare. Sottrarre risorse a spese fondamentali per il Mezzogiorno, come la sanità, i servizi sociali, l’istruzione, i trasporti, la transizione ecologica e altri settori vitali per le nostre popolazioni, potrebbe comportare una grave battuta d’arresto per gli sforzi che sono stati compiuti finora per raggiungere l’obiettivo della convergenza con le aree più sviluppate del Continente.

RIARMO E IL PERICOLO DI UN “TRADIMENTO”: ULTERIORE RIDUZIONE DEI FONDI ANCHE PER IL SUD ITALIA

Siamo orgogliosi di essere europei e siamo consapevoli che in questi anni le politiche europee, da ultimo attraverso il Pnrr, hanno contribuito a stimolare le energie endogene dei nostri territori, nonostante allo sviluppo del Mezzogiorno siano state destinate risorse molto inferiori a quelle assegnate dall’Europa per consentire la riduzione delle gravi diseguaglianze che tuttora penalizzano i nostri territori. Una ulteriore riduzione delle risorse destinate ai territori più fragili, tuttavia, sarebbe il definitivo tradimento delle speranze riposte dai cittadini meridionali nel Next Generation Eu.

In una congiuntura internazionale difficile, aggravata dalla prospettiva dei dazi e nella quale auspichiamo tornino a spirare i venti di una pace giusta, il Mezzogiorno rischia di rivelarsi la vittima sacrificale, destinata a soccombere. È importante dunque che i parlamentari italiani di ogni schieramento profondano tutti gli sforzi necessari per tutelare, in questa fase delicata, la parte più vulnerabile del Paese, fornendo garanzie precise sulla tutela dei fondi destinati alla Coesione territoriale.

FIRMATO

Vito Fusco, Sindaco di Castelpoto (BN);
Corrado De Benedittis, Sindaco di Corato (BA);
Rossella Solombrino, Movimento equità territoriale.
Francesco Silvestri, fondatore Assi Recovery Sud, comitato d’onore e di studi Filomena d’Amante.
Antonio Piangiolino, 34 Testa al Sud;
Giovanna Bubello, fondatrice Assi Recovery Sud, Alessandria della Rocca.
Davide Carlucci, Assi-Recovery Sud;
Luigi Sarnataro, Sindaco di Mugnano di Napoli;
Marco Esposito, 34 Testa al Sud.
Michelangelo De Chirico, Sindaco di Terlizzi (BA);
Pino Aprile, Movimento equità territoriale;
Rossella Baldassarre, Sindaco di San Chirico Nuovo (PZ).
Nicola Natuzzi, 34 Testa al Sud;
Giuseppe Capobianco Associazione Culturale “La Taranto che Vogliamo”;
Daniele Quarta, Futuro Meridiano;
Michele Laricchia, Sindaco di Capurso (Bari).
Nicola Fiorita, Sindaco di Catanzaro;
Michele Minenna, Sindaco di Grumo Appula (BA).

Mosè Antonio Troiano, Sindaco di San Paolo Albanese (PZ);
Giuseppe Taurino, Sindaco di Trepuzzi (LE).
Amedeo Bottaro, Sindaco di Trani.
Angelantonio Angarano, Sindaco di Bisceglie (BT);
Giovanni Galli, Sindaco di Salcito (CB);
Pasquale Chieco, Sindaco di Ruvo di Puglia (BA);
Bernardo Lodispoto, Sindaco di Margherita di Savoia (BT).
Alfredo Lucchesi Sindaco di Santa Domenica Talao (CS);
Enzo Maiorano, Noi Meridionali;
Paolo Schioppa, 34 Testa al Sud.
Nicola Malpede, 34 Testa al Sud;
Antonio Demuru, 34 Testa al Sud;
Assunta Pavone, Futuro Meridiano.
Alessia De Bellis, 34 Testa al Sud;
Luca Lopomo, Sindaco di Crispiano (TA)
e altri…
Rete Sindaci Recovery Sud

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