Studio Electrophonique – Studio Electrophonique
James Leesley è cresciuto a Handsworth, un sobborgo di Sheffield, giocando a calcio, ascoltando Elvis, i Velvet Underground, Carole King, Burt Bacharach e i The Byrds, leggendo i libri di Barry Hines molto apprezzati anche da Ken Loach (insieme hanno lavorato a “Kes”, “The Price of Coal”) per il modo asciutto e poetico di raccontare la working class inglese.

Passioni che Leesley condivide col produttore Simon Tong (The Verve, The Good, The Bad and The Queen e The Magnetic North) dietro le quinte di questo esordio omonimo registrato tra chitarre vintage, tastiere Casio, con i testi spesso abbozzati sul retro di biglietti dell’autobus o ricevute di vecchie scommesse.
Storie d’ordinaria umanità come “David and Jayne” dove i sentimenti vengono ricomposti un tassello alla volta sui toni del folk ma non mancano momenti più psichedelici come “Taxi Ride” che sfrutta al meglio la modalità Pipe Organ della Casio o il nostalgico singolo “How Can I Love Anyone Else?”.
David e Jayne tornano protagonisti in “All-Time Biggest Fans” piccola ballad accorata e ben arrangiata, “Too Many Lonely Nights” rivela quanto Leesley abbia effettivamente ascoltato i Velvet Underground assorbendone le atmosfere come dimostrano anche “Break My Heart Again” o gli strumentali “The World’s Most Beautiful Cinema” e “The World’s Most Beautiful Cinema Pt.2″.
Il pregio di James Leesley è saper creare sincera intimità con una voce carezzevole, la spontaneità di “Handbrake Turns” e “The Last One” che deve aver affascinato Neil Hannon visto che in ottobre il giovane cantautore aprirà i concerti dei The Divine Comedy e un certo triste candore nel finale di “Him Without Her”. Un primo disco riuscito dunque e promettente per il prossimo futuro.
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