Studenti a teatro per propaganda, la reazione dei genitori: «Nessuno ci ha chiesto il consenso»
«Nessuno ci ha chiesto il consenso, nessuno ci ha dato la possibilità di scegliere un’alternativa all’attività didattica»: è la denuncia dei genitori degli studenti di alcune scuole superiori di Terni portati al teatro Secci lo scorso 5 febbraio a vedere lo spettacolo ‘Cinque donne del sud‘; denuncia nella quale si sottolinea che nessuna informazione era stata fornita riguardo alla presenza dell’associazione Movimento per la Vita o alla testimonianza dell’attrice che ha portato una riflessione personale di chiara matrice cattolica, priva di valore scientifico.
Studenti sorpresi L’attività didattica, che avrebbe dovuto arricchire i ragazzi con arte, cultura e riflessioni, ha, secondo le famiglie, lasciato molti studenti «scossi e turbati» a causa delle affermazioni moraliste e giudicanti, in particolare quelle sul tema dell’aborto, trattato «con scarsa attenzione, superficialità e privo di qualsiasi integrazione scientifica».
L’appello alle istituzioni I genitori esprimono gratitudine verso i loro figli per le capacità di riflessione e discernimento, che hanno permesso loro di raccontare e approfondire l’esperienza con famiglie e docenti. «I diritti devono essere tutelati e difesi da tutti, soprattutto dagli adulti che, durante l’orario scolastico, entrano in contatto con le nostre figlie e figli», affermano le famiglie, ribadendo la responsabilità educativa degli adulti coinvolti in tali attività. Infine, chiedono alle istituzioni scolastiche e agli organizzatori di eventi simili di essere più attenti nella scelta delle attività didattiche, con maggiore diligenza, cura e trasparenza, soprattutto quando coinvolgono minorenni.
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