Striscione contro il referendum e manifesti strappati: “Oltraggio neofascista”
Già in occasione della visita di Maurizio Landini alla Maserati, avevano affisso uno striscione con la scritta: “Diritti a tempo… di voto”. Nelle scorse ore i giovani di Spazio identitario Aretè di Modena sono tornati alla carica posizionando un altro striscione sul retro delle plance elettorali di viale Corassori, chiamando in causa il Partito Democratico sul tema del referendum.
Rivendicando il gesto, Aretè ha voluto “denunciare l’ennesimo atto di ipocrisia politica da parte del Partito Democratico, che oggi si schiera a favore dell’abrogazione di parti del Jobs Act, la stessa riforma che ha ideato, promosso e approvato quando era al governo con Matteo Renzi. Il Jobs Act ha rappresentato uno dei momenti più gravi di attacco ai diritti dei lavoratori negli ultimi decenni: precarizzazione diffusa, indebolimento dell’articolo 18 e subordinazione del lavoro alla logica aziendalista. Tutto ciò porta la firma del Partito Democratico”.
“Oggi, in campagna elettorale, gli stessi volti che votarono compatti quella legge disastrosa si presentano come ‘difensori dei lavoratori’ e promotori di un cambiamento che hanno ostacolato per anni. Un voltafaccia che offende l’intelligenza dei cittadini e dimostra come l’unica coerenza del PD sia quella del trasformismo opportunista”, ha aggiunto l’associazione di destra.
Allo striscione ha però fatto seguito lo strappo dei manifesti del Comitato per il SI al referendum, gesto per il quale però non è possibile al momento trovare responsabili certi. Non ha però dubbi il Partito Democratico, che addossa la colpa ad Aretè, definito “collettivo neofascista”. Il vicesegretario vicario cittadino del Pd Carmelo Belardo attacca: “Riscontriamo ancora una volta l’allergia del delirio fascista e razzista al rispetto degli spazi democratici manifestatosi con l’imbrattamento degli spazi elettorali e lo strappo dei manifesti a favore dei SI. “Confessiamo di non essere sorpresi dall’individuazione del Partito Democratico come bersaglio ma ciò che ci preoccupa è la totale assenza di pudore nell’oltraggio agli spazi della democrazia”
“Nonostante si sentano incoraggiati da un clima politico alimentato dalla destra oggi al governo, questi soggetti non hanno compreso che la storia non può essere riscritta e chi ha oltraggiato la dignità del nostro Paese asservendolo alla ferocia nazista e fascista, troverà nella difesa dei valori costituzionali l’antidoto ai rigurgiti che si manifestano. Non abbiamo dubbi che le forze dell’ordine individueranno i responsabili di tali fatti e agiranno di conseguenza – conclude Belardo – augurandoci che i partiti e gli esponenti della destra al governo sappiano prendere le distanze da questi comportamenti, condannandoli e sanzionandoli adeguatamente”.
Anche il Comitato referendario modenese esprime “sdegno e condanna per il becero attacco alla campagna referendaria da parte di una associazione giovanile fascista. “Con questi attacchi vigliacchi, hanno chiarito ancora una volta da che parte stanno i fascisti: contro la democrazia, contro il voto e contro i referendum – si legge in una nota – Questi esponenti di ultradestra si nascondono, sembra che non ci siano, ma invece sono presenti a Modena. Il Comitato referendario modenese, a nome dei 220 Comitati territoriali e aziendali, afferma con forza che, se l’intenzione era quella di spaventarci o indebolirci, non indietreggiamo di un passo, e anzi queste vigliaccate ci fanno capire che stiamo dalla parte giusta, e che c’è un motivo in più per andare a votare”.
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