Strangolò l’anziana madre, in appello disposta la perizia psichiatrica per Francesco Rotunno
Sarà sottoposto a perizia psichiatrica Francesco Rotunno, 66 anni, condannato in primo grado a 14 anni per aver ucciso la madre Cesira Bambina Damiani, 88 anni, nella loro abitazione di Casoli. Era il 12 febbraio 2023 quando l’anziana, inferma e quasi cieca, venne trovata distesa sul letto, con accanto gli indumenti da corredo funerario, morta asfissiata dopo essere stata strozzata con un laccio ruvido o un foulard mentre si trovava a letto.
Per il delitto, nel giugno 2024, è stato condannato il figlio, che si prendeva cura della donna. La Corte d’assise di Lanciano ha riconosciuto le attenuanti generiche, condannandolo a 14 anni invece dei 21 chiesti dal procuratore Mirvana Di Serio.
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Ma la Corte non ha mai accolto la richiesta per sottoporre a perizia l’uomo, come fin dall’arresto era stato richiesto dall’avvocato Silvana Vassalli, che ha prodotto la documentazione sanitaria dell’istituto penitenziario di Lanciano dove Rotunno è stato detenuto inizialmente (ora si trova nel carcere di Pescara) e che attesterebbe uno stato preoccupante del 66enne dovuto a problemi economici e alla preoccupazione per lo stato di salute della madre.
Richiesta accolta, adesso, in appello, malgrado l’opposizione della procura generale. Il prossimo 4 marzo l’incarico sarà affidato al consulente Giuseppe Cimini, psichiatra di Giulianova. Soddisfatto il difensore: “Nei fatti è stato accertato che il delitto è stato commesso dal mio assistito, ma non è stato accertato se egli fosse cosciente della gravità di quanto stava commettendo. Il tentato suicidio è l’emento centrale”. Rotunno fuggì dopo il delitto e venne ritrovato ore dopo, in strada, dai carabinieri con tagli sui polsi, a seguito di un tentativo di suicidio, e in ipotermia. “Ha ucciso la madre poiché aveva deciso di farla finita e non voleva lasciarla da sola”, è la tesi della difesa.
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