Strage 2 agosto, revocata la direttiva che “oscurava” le sentenze: cosa cambia ora
Le sentenze legate a stragi e terrorismo tornano pienamente accessibili, comprese le loro motivazioni. È stata infatti revocata la circolare del 2024 che imponeva limiti alla consultazione degli atti processuali conservati negli Archivi di Stato, anche nei casi di eventi drammatici come la strage del 2 agosto 1980 alla stazione di Bologna.
A firmare il provvedimento è stato Antonio Tarasco, direttore generale degli Archivi di Stato, che mercoledì 6 agosto ha emesso una nuova circolare che annulla quella precedente, duramente criticata dai familiari delle vittime, storici e giuristi.
“L’obiettivo dell’amministrazione è di promuovere la più ampia conoscibilità, accessibilità e diffusione delle sentenze e degli atti giudiziari versati agli Archivi di Stato”, spiega Tarasco riportato dalla Dire. La svolta arriva anche dopo l’intervento del Garante della Privacy, che il 20 giugno aveva invitato il Ministero della Cultura a valutare una distinzione nel trattamento degli atti, specie quelli di rilevanza storica.
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“La disciplina della riservatezza, valida in generale, non si applica ai casi di terrorismo, stragi e altri fatti che hanno scosso la coscienza civile del Paese, per i quali prevale l’interesse alla conoscibilità degli atti”, prosegue Tarasco.
Cosa prevedeva la direttiva revocata
La circolare ora annullata era stata emessa nel 2024, sempre da Tarasco, per applicare in modo rigoroso le norme sulla riservatezza dei dati contenuti negli atti processuali dopo l’input del Garante della privacy. La conseguenza era che le motivazioni delle sentenze venivano considerate non consultabili, almeno fino a 40 o 70 anni dalla loro emissione.
Un principio che aveva colpito anche sentenze su episodi della portata della strage del 2 agosto o i processi per mafia e terrorismo politico. Poteva essere letta solo la parte finale della sentenza (il dispositivo) ma non la ricostruzione dei fatti e delle responsabilità.
I familiari delle vittime: “Positivo, vanno divulgate”
“È estremamente positivo, in qualche modo ce l’abbiamo fatta. Peccato che le cose debbano funzionare così”, commenta Paolo Lambertini, presidente dell’Associazione dei familiari delle vittime del 2 agosto.
Secondo Lambertini, la revoca era doverosa: “La normativa diceva già che doveva essere così, e anche il Garante si è espresso chiaramente”. La richiesta, ricorda, era stata fatta “da mesi e nelle sedi competenti”. Ciò che torna consultabile sono oltre 1.400 pagine dense di informazioni, comprese verità processuali scomode: “Se danno fastidio a qualcuno, mi dispiace, ma vanno divulgate”. Lambertini non nasconde un certo disincanto: “Sembra che si debba sempre aspettare il 2 agosto e arrivare allo scontro per sbloccare le cose. Non è una modalità di buon governo”.
Il commento della ministra Bernini
Anche la ministra dell’Università e della ricerca, Anna Maria Bernini, che nei giorni scorsi aveva promesso un intervento, saluta con favore la revoca:“È un atto di responsabilità verso chi ha pagato il prezzo più alto di fronte all’odio e alla violenza. Così si onora l’impegno che avevo assunto con i familiari delle vittime”.
Bernini ringrazia inoltre il ministro della Cultura Alessandro Giuli per la “tempestività e la sensibilità” con cui ha seguito la vicenda, assicurando che il Governo “continuerà a fare la propria parte affinché il cammino verso la verità sulle stragi non si interrompa”.
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