Stop al diesel Euro 5. L’Ambiente può attendere: blocco posticipato al 2026. Esulta la Lega
Con un’azione decisa della Maggioranza, il blocco alla circolazione dei veicoli Diesel Euro 5 è stato rinviato di un anno esatto, slittando dal prossimo ottobre 2026. Una vittoria per l’industria automobilistica e per i milioni di automobilisti interessati, che vede il governo preferire le esigenze economiche e sociali immediate rispetto alle stringenti normative ambientali europee.
L’emendamento, a prima firma Riccardo Molinari della Lega e fortemente voluto dal ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, è stato inserito nel decreto Infrastrutture. La decisione non si limita al rinvio: le restrizioni future saranno applicate prioritariamente solo nei Comuni con oltre 100.000 abitanti (anziché 30.000) e le Regioni più colpite – Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna – avranno la possibilità di “compensare” le emissioni del traffico con altre misure, allentando ulteriormente la stretta.
Questa “scelta di buonsenso”, come l’ha definita il ministro Salvini, è stata accolta con plauso dalla Lega, che ha sottolineato la necessità di tutelare circa 3,7 milioni di veicoli Diesel Euro 5 circolanti in Italia, di cui circa 1,3 milioni concentrati nelle quattro regioni settentrionali. Un freno alla transizione ecologica che, secondo le stime, eviterà disagi significativi a un’ampia fetta della popolazione e dell’economia, permettendo al settore automobilistico e dei trasporti di avere più tempo per adeguarsi.
Mentre la maggioranza celebra, le opposizioni hanno espresso forte disappunto, abbandonando le commissioni Ambiente e Trasporti in segno di protesta contro la gestione del decreto, definita “inaccettabile”. Nonostante le critiche, il messaggio è chiaro: in un momento di incertezza economica, la priorità è stata data al mantenimento dell’attuale assetto industriale e alla salvaguardia degli automobilisti, posticipando le esigenze ambientali a un futuro più distante.
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