Stop ai viaggi in Usa e dazi: perché è allarme tra Trump e Taiwan e cosa c’entra la Cina
È stata fin qui una settimana tremenda per William Lai. Il presidente di Taiwan ha infatti prima visto fallire la votazione tenuta lo scorso 26 luglio per sospendere 24 esponenti del Kuomintang ritenuti “filocinesi”, poi sarebbe stato costretto a cancellare due brevi visite programmate ad agosto a New York e Dallas per volere dell’amministrazione Trump. A peggiorare ulteriormente una situazione a dir poco complicata c’è l’ombra lunga dei dazi commerciali degli Stati Uniti. Le tariffe rischiano infatti di abbattersi sull’isola a partire da agosto a meno che non venga trovato un accordo commerciale tra le parti entro quel termine. L’aspetto più grave, se così può essere definito, riguarda il rapporto tra Lai e Donald Trump. L’entourage del leader di Taipei ha cercato di alleggerire la tensione spiegando che Lai non aveva in agenda alcuna trasferta negli Usa. Al contrario, i media sottolineano che il politico avrebbe dovuto fare tappa negli States e che sarebbe stato costretto a cancellare l’intera missione.
Un momento complicato per Taiwan
Secondo quanto riportato dal New York Times, che ha citato non meglio specificate fonti anonime a conoscenza della vicenda, l’amministrazione Trump ha chiesto a William Lai di cancellare due brevi visite a New York e Dallas per evitare tensioni con la Cina mentre sono in corso le delicate trattative commerciali tra Washington e Pechino. Pare, infatti, che Lai avrebbe dovuto transitare negli Stati Uniti di ritorno da una visita in America Latina.
Non solo: il Financial Times ha scritto che in precedenza, a giugno, gli Stati Uniti hanno annullato un incontro con il ministro della Difesa di Taiwan, Wellington Koo, evidenziando come Trump sia restio a sostenere l’isola “in modi che potrebbero danneggiare le relazioni sino-americane” nel pieno delle trattative sul corposo dossier commerciale. Koo aveva programmato di visitare l’area di Washington allo scopo di aver colloqui con il sottosegretario alla Difesa Usa, Elbridge Colby, ma gli Usa avrebbero annullato l’incontro all’ultimo minuto, in base a quanto riferito da più fonti.
Da Taipei arriva invece un’altra versione. Il ministero degli Esteri dell’isola ha riferito che il viaggio ufficiale di Lai in America Latina sarebbe stato pianificato per la prossima settimana: anche se il suo ufficio non ha mai confermato i suoi piani, il Paraguay, l’unico alleato diplomatico di Taiwan rimasto in Sud America, ha detto a metà luglio che Lai avrebbe visitato il Paese entro 30 giorni. Un viaggio del genere, guardando al passato, avrebbe comportato uno scalo negli Stati Uniti. “Non c’è stato alcun rinvio, cancellazione o rifiuto di autorizzazione al transito da parte degli Usa“, ha però commentato il portavoce del ministero degli Esteri taiwanese, Hsiao Kuang Wei. “Considerati gli sforzi di ripresa post-disastro in corso nel sud di Taiwan, i negoziati tariffari reciproci in corso con gli Stati Uniti e la relativa situazione internazionale, il presidente non ha in programma visite all’estero nel prossimo futuro“, ha aggiunto.
La decisione di Trump
Lai aveva pianificato di fare tappa a New York (4 agosto) e poi a Dallas 10 giorni dopo, nell’ambito del viaggio in Paraguay e nei Paesi alleati dell’ America centrale, Guatemala e Belize, alcuni degli ultimi 12 Paesi con cui Taipei ha relazioni diplomatiche. Gli Stati Uniti, quindi, avrebbero manifestato preoccupazioni sul fatto che la visita di Lai potesse compromettere i negoziati sul commercio con la Cina e un potenziale vertice del tycoon con il presidente Xi Jinping. Tuttavia, l’esitazione sul viaggio di Lai ha innervosito alcuni funzionari americani e a Taipei sui timori che Trump finisca per concedere troppo alla Cina.
La vicepremier taiwanese Cheng Li Chun è ancora a Washington, impegnata nella maratona negoziale con gli Usa sui dazi reciproci in vista della scadenza del primo agosto.
L’esito dei colloqui è destinato ad avere un impatto significativo sulle dinamiche interne ed esterne di Taipei nel prossimo futuro, hanno ricordato i media locali, citando i quattro compiti in capo a Cheng: salvaguardare gli interessi nazionali, tutelare gli interessi industriali dell’isola, proteggere la salute pubblica e garantire la sicurezza alimentare. Il tutto nel quadro della promozione dell’equilibrio commerciale bilaterale tra Taiwan e Stati Uniti e nel rafforzamento della cooperazione in diversi settori come la scienza, la tecnologia e la sicurezza nazionale.
Source link