Stipendio medio da 28mila euro all’anno, Puglia 15esima in Italia
Lo stipendio medio lordo in Puglia è di 28.191 euro contro i 34.033 della Lombardia. Come se questo non bastasse, ad eccezione di Foggia e Taranto dove le retribuzioni sono rimaste invariate, in tutte le altre province pugliesi sono diminuite rispetto all’anno precedente. A snocciolare i dati è la Uil che lancia un allarme: la Puglia è la 15esima regione italiana per livello delle retribuzioni. “La questione salariale è un’emergenza assoluta – continuano dalla Uil – soprattutto nel Mezzogiorno, che però questa politica miope fa fatica a vedere. Parlare di mercato del lavoro in crescita è mera propaganda, se non si analizza al fondo la qualità del nuovo lavoro che si sta creando”.
Tornando ai numeri: Bari, prima provincia pugliese, è appena 71esima nella classifica generale con 28.485 euro ed è tra le 15 province italiane che ha registrato la maggiore diminuzione di retribuzione. Nella Bat un lavoratore percepisce 28.207 euro lordi annui: anche qui un peggioramento, con -4 posizioni. Brindisi si ferma all’88esimo posto, seguono poi Foggia al 90esimo, Lecce al 97esimo e Taranto che è 100esima su 107 province con appena 26.848 euro di stipendio.
Il Salary ranking delle 107 province italiane del Jp Geography Index 2024 non lascia adito a dubbi. “Continua a perdurare il divario tra Nord e Sud – continuano Gianni Ricci, segretario regionale Uil Puglia – e assistiamo a veri e propri mercati salariali nei quali a parità di lavoro al Sud si guadagna meno che al Nord. Gli stipendi arretrano e il costo della vita aumenta, l’erosione del potere d’acquisto è evidente. Questo è a tutti gli effetti lavoro povero, non esiste stabilità per un lavoratore che deve sopravvivere in una società dove il costo della vita è talmente alto che non riesce ad arrivare a fine mese”.
“Il rischio collaterale – prosegue Ricci – è la desertificazione occupazionale: chi può va via alla ricerca di un futuro migliore e seppure sia un male per questa regione, non possiamo chiedere ancora alle lavoratrici e ai lavoratori di sacrificarsi per una terra che non sa prendersi cura di loro, non sa dare il giusto valore al loro lavoro, non si preoccupa del futuro dei suoi cittadini”.