Cultura

Steve Queralt – Swallow | Indie For Bunnies

Guardate Steve Queralt, non vi sembra l’immagine della tranquillità? La serenità fatta a persona. Sul palco con i Ride mai un atteggiamento da protagonista, ma anche nelle dichiarazioni. Un uomo a modo, ecco cosa mi ha sempre dato l’idea di essere Steve. E da una persona così, beh, non ci si poteva che aspettare un bel disco, che potesse anche rispecchiare la sua essenza e il mondo sonoro a cui noi lo accostiamo, ma con grande personalità, perché replicare la sua band principale sarebbe stato non solo inutile, anche controproducente.

Credit: Bandcamp

Dicevo della serenità e della tranquillità che Steve trasmette, perché il suo disco stesso è, in molti momenti, un distillato di purezza e di calma. Ampi spazi sonori dilatati, come se i Mogwai stessero trateggiando in musica il Paradiso o i famosi Campi Elisi di classica memoria greca. Io ci sento un senso di beatitudine che faccio persino fatica a descrivere. Si potrebbe dire che siamo quasi al confine con quell’ambient avvolgente psichedelico che, di primo acchito, ci fa pensare ai Boards Of Canada, ma, avendo citato i Mogwai prima potete anche immagnarvi che momenti più granitici e sonici fanno capolino, infondendo quella scossa di vivacità quella suggestione fisica che cattura ancora di più la nostra attenzione.

Il disco è per lo più strumentale e nei brani senza cantato le suggestoni sonore sono quelle descritte, mentre invece nei tre brani in cui compare la voce (Emma Anderson e Verity Susman si dividono i compiti) le cose si fanno più cariche, con shoegaze e dream-pop che si scrutano e si cercano, mente il ritmo è più incisivo. “Lonely Town” vede Emma sugli scudi, con questa voce suggestiva che scivola su sferzate sonore, canzone bellissima ed evocativa; in “Swiss Air” è ancora la Anderson che con la sua voce angelica infonde lirismo e melodia a una battuta secca e rigida mentre sotto il mondo shoegaze ribolle e crea un tappeto sonoro magnifico e particolarment evocativo. “Messengers” presenta al canto la frontwoman degli Electrelane ed è un altro perfetto emblema di come il buon Steve sappia creare attimi sonori abbaglianti, ma sempre ammantati da una grazia fuori dal comune. Aiuta sicuramente il l’ottimo lavoro di Verity, ma è proprio il magistrale uso dell’ “acceso/spento”, dei momenti più dream che vengono sconvolti da colpi di chitarra e basso, che rendono il brano ancora più potente ed emozionante a livello emotivo.

Signori e signore…Steve Queralt ha fatto un disco con la D maiuscola.


Source link

articoli Correlati

Back to top button
Translate »