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Steve Davies, l’ex autista di Lady Diana che ha scoperto un intrigo contro di lui grazie a The Crown

Di lì, l’inizio di una battaglia legale contro la BBC, che a quasi trent’anni dai fatti gli ha dato ragione: lo scorso maggio l’azienda ha riconosciuto che le accuse contro di lui «erano e sono totalmente false», come riportato in una nota. Una calunnia, insomma, volta a metterlo in cattiva luce con la principessa. Davies ha avuto un risarcimento, i cui termini non sono noti, mentre sono state sempre note le conseguenze di quell’azione, come sottolineato dalla legale dell’uomo, Persephone Bridgman Baker: le falsità contro di lui implicavano «una grave macchia sulla sua fedina penale», oltre ad un duro colpo personale quando smise di lavorare per Diana del Galles: «Non gli fu data alcuna ragione per il licenziamento». Steve Davies non sarebbe stato l’unico ad essere leso da quell’esclusiva, ma contro di lui non ci sarebbe stato nulla di personale. L’attacco serviva a far sentire la principessa ancora più insicura rispetto alle persone che la circondavano, in modo che potesse fidarsi completamente di Bashir, come poi di fatto avvenne. L’intervista fu un’esclusiva di cui oggi ancora si parla, e Bashir ebbe un ritorno importante in termini professionali, tanto che nel 1996 vinse anche un BAFTA.

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Il colloquio-bomba a cui la principessa del Galles prese parte non fu solo un modo candido di raccontare la sua storia, ma una serie di sotterfugi e documenti falsificati da parte del giornalista Martin Bashir. Ecco la vera storia 

«Per Diana mi sarei preso una pallottola», dice oggi Davies al Mail on Sunday, «Il mio lavoro era la mia vita. Ero sempre al suo fianco». Non è riuscito ad esserci nel momento decisivo, ma forse – se si crede a un’idea di destino – forse quello non era il suo posto.

Davies è certo che con lui alla guida Diana non sarebbe morta

Davies è certo che con lui alla guida Diana non sarebbe morta

Pool/Tim Graham Picture Library/Getty Images


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