Stephen Hero – Convalescence | Indie For Bunnies
Era un po’ di tempo che Patrick Fitzgerald aka Stephen Hero non usciva con un nuovo lavoro, e in questo nuovo album torna all’uso principale della chitarra richiamando per certi versi i lavori della sua band shoegaze Kitchens of Distinction, con la quale si era messo in evidenza tra la fine degli anni 80 e gli inizi dei 90.
Se negli ultimi lavori aveva preferito un uso principale del pianoforte e violoncello dando un tenore chamber pop alle sue composizioni, in “Convalescence” abbiamo un taglio più rock con momenti che pescano comunque dal suo passato creando un atmosfera a volte anche dream pop, che mettono in risalto la sua capacità compositiva.

La cover dell’album riporta una camera da letto su uno sfondo rosa e in un certo senso sembra ricondurre al titolo dell’album, esprime il senso della convalescenza che può essere intesa come un momento di passaggio nel quale non si è ancora liberi dalla malattia fisica o dall’ inquietudine emotiva, un percorso che dovrebbe portare al proprio recupero completo ma che a volte, per certi aspetti della vita, risulta essere un percorso senza mai una reale fine.
Nei testi non mancano riferimenti letterali anche espliciti come avviene con la bella “Christopher and His Kind” che prende il titolo dal libro autobiografico di Christopher Isherwood che narra la sua esperienza da omosessuale nella Berlino degli anni 30, seguita da “Imagine Me Gone”, uno dei momenti migliori dell’album, una riflessione sulla mortalità e la precarietà così esplicitamente messe in evidenza con il periodo dell’Aids e del Covid, una consapevolezza di mortalità e comunione emotiva che sembra purtroppo non essere servita per unire ma che è stata velocemente dimenticata, ne usciremo migliori si diceva con la solita ipocrisia che distingue il genere umano.
Patrick Fitzgerald regala un ascolto piacevole come avviene con “Leave To Be Gone”, tra le mie preferite, con una melodia accattivante che si muove su un tessuto musicale incisivo e drammatico ma che conclude con la serenità delle note di un pianoforte e con un testo ( che ben si adatta alla musica ) sulla necessità di liberarsi e lasciare che il passato e i problemi siano solo un ricordo, ma mi sembra giusto anche citare “Never Let Me Go” con una linea melodica aperta e intensa e “Exorcist Silhouette”, con il pianoforte protagonista, che conclude un album dove la convalescenza emotiva abbraccia momenti intimi della propria esistenza.
“Convalescence” è un album intenso e riflessivo, con momenti interessanti che mettono in mostra le capacità di Patrick Fitzgerald, un lavoro che merita di essere ascoltato.
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