Economia

Stellantis, scatta la solidarietà per i lavoratori di Termoli

Roma – Un anno di solidarietà per avere tempo di ridisegnare la strategia sullo stabilimento di Termoli, una delle fabbriche Stellantis dedicate alla produzione di motori e cambi in Italia. Sito che doveva essere sostituito dalla gigafactory di Acc, Automotive Cells Company, la joint venture paritetica tra il costruttore italo-francese, Mercedes-Benz e Saft, società interamente controllata da TotalEnergies. Il progetto, però, è stato sospeso, così come quello in Germania a Kaiserslautern, e non è chiaro se ci sarà un futuro per la fabbrica di batteria e su quali basi tecnologiche. Passaggio che impone un rilancio della costruzione di motori tradizionali ed elettrificati, anche se un mercato in difficoltà ha ridotto la produzione. L’auto, a livello europeo, sta attraversando un momento complesso e non ci sono segnali di ripresa delle vendite. In ballo, però, ci sono i contributi, quasi 600 milioni, per l’acquisto di veicoli elettrici nuovi. Incentivi che saranno disponibili tra fine settembre e inizio ottobre.

L’accordo a Termoli sui contratti di solidarietà coinvolgerà, ad ondate, i quasi duemila dipendenti — 1.823 per l’esattezza — fino al 31 agosto 2026 ed è stato siglato con i sindacati (Uilm, Fiom-Cgil e Fim-Cisl) come «uno strumento difensivo» in un contesto del settore automotive considerato «molto difficile» da parte delle stesse tre sigle. I rappresentanti degli addetti, dopo la chiusura del motore Fire, chiedono un rilancio delle produzioni, allargando la base attuale dei motori Gse, Gme e V6. Nel corso del 2026 arriverà anche la produzione del nuovo cambio eDCT che viene montato su una parte dei veicoli ibridi prodotti in Europa dal gruppo italo-francese. Oggi è fatto a Torino e Metz. Attività che dovrebbe garantire l’occupazione di circa 300 persone.

È ripartita, con un solo turno, anche la produzione a Melfi, dove già prima della pausa estiva era iniziato un cambio del mix produttivo con l’avvio della fabbricazione della DS n.8. Ora si intensifica. Sarà completamente azzerata la produzione della Jeep Compass nella versione uscente, ed entro fine settembre partirà la realizzazione del nuovo modello, mentre la Jeep Renegade sarà fatta esclusivamente in versione mild hybrid fino alla fine di ottobre. In contemporanea la produzione della 500X passerà dagli attuali 75 veicoli per turno a 110, in risposta a una richiesta straordinaria proveniente dal mercato algerino. A Mirafiori l’autunno sarà segnato dalla salita della produzione della 500 ibrida che dovrebbe rilanciare lo stabilimento: dallo storico sito torinese ne dovrebbero uscire oltre 100 mila esemplari l’anno. Una garanzia, come la Pandina a Pomigliano, mentre a Cassino sono in attesa della nuova generazione di Stelvio e Giulia e del nuovo modello promesso.


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