Società

Stefano De Martino e la sua idea di cura di sé: «Non è più una questione di genere»

Da ballerino a conduttore amatissimo, Stefano De Martino ha fatto del suo sorriso il suo tratto distintivo. Oggi lo presta a head&shoulders per una campagna che andrà oltre lo schermo. Sarà infatti impegnato in un giro porta a porta, letteralmente, dove incontrerà le persone bussando direttamente a casa loro. A margine dell’evento di presentazione ci ha rivelato cosa l’ha convinto a scendere in campo, il suo rituale per i capelli, e perché la cura di sé è una questione che riguarda tutti, senza alcuna eccezione.

Com’è nata la collaborazione con head&shoulders e cosa l’ha convinta a diventare il volto della campagna?
«Quello che mi ha convinto è stato il tono di voce di head&shoulders, molto simile al mio. Il loro modo di comunicare è sempre ironico e ho pensato che fosse perfettamente in linea con il mio stile. Inoltre, mi ha incuriosito molto il fatto che la campagna prevedesse un incontro diretto con le persone, l’idea di entrare nelle case della gente mi ha stuzzicato».

Ha qualche timore rispetto a questi incontri diretti o c’è qualcosa che la affascina in particolare?
«No, non ho timore. L’imprevisto è il mio pane quotidiano, è la parte del mio lavoro che più mi diverte. Sono sempre stato predisposto all’incontro con le persone, fa parte del mio lavoro. Questo è solo un modo diverso di farlo, e mi stimola molto».

Parliamo di cura dei capelli. Ha un suo rituale personale?
«Porto sempre lo stesso taglio da anni. Più che un rituale, è quasi una scaramanzia: mi taglio i capelli solo a Napoli, esclusivamente dallo stesso parrucchiere, da tantissimo tempo. Anche se il lavoro mi porta spesso in giro per l’Italia, tra Roma e Milano, ogni dieci giorni torno a Napoli: è una tappa fissa».

Quanto conta, nel suo lavoro, la sicurezza che deriva dall’aspetto fisico?
«Sicuramente ha un peso, ma è solo una parte dell’insieme. Ci vuole preparazione e fiducia in sé stessi, un equilibrio di elementi che ti mette nello stato d’animo giusto per lavorare al meglio».

Ha mai sentito pressione legata alla sua immagine?
«Vengo dal mondo della danza, dove il corpo e l’immagine sono centrali, sono quindi abituato a questo tipo di pressione. Lavorando in televisione impari a gestirla e a ridimensionarla. L’immagine è importante ma non è tutto».

Oggi esiste ancora una differenza tra uomini e donne nella cura di sé?
«Ormai direi di no. Siamo tutti molto più attenti a noi stessi, ed è giusto così».

Non pensa che gli uomini tendano ancora un po’ a nascondere questa attenzione?
«Non credo. Forse in passato c’era un po’ di reticenza, ma oggi non ci sono più tabù. Anche gli uomini sono liberi di prendersi cura di sé senza vergogna».

Lei è padre. È qualcosa che cerca di trasmettere anche a suo figlio?
«Assolutamente sì. Convivo con un ragazzo di 12 anni, in piena adolescenza, e ogni giorno gli ricordo quanto sia importante prendersi cura di sé. Non è ancora la sua priorità, ma ci stiamo lavorando».


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