Steccato di Cutro, lo travolse con l’auto: condannato a 12 anni
Condannato pirata della strada che travolse con l’auto un giovane mentre era con l’ex dell’imputato sul corso di Steccato
CUTRO – Al volante di un fuoristrada Nissan, una sera di mezza estate di un anno fa, mentre era in corso lo struscio serale, invertì la marcia e investì un ragazzo che camminava mano nella mano con una ragazza, per poi darsi alla fuga. Accadde in via Mare Ionio, nella frazione costiera Steccato di Cutro, a pochi passi dal monumento realizzato per commemorare le vittime del tragico naufragio del febbraio 2023. Per questo la gup del Tribunale di Crotone Elisa Marchetto, accogliendo la richiesta del pm Matteo Staccini, ha condannato a 12 anni di reclusione Annunziato Porchia, 28enne di Mesoraca, per il raid alla cui origine, a quanto pare, c’era un movente passionale.
CONDANNATO PERCHE’ LO TRAVOLSE CON L’AUTO A STECCATO: LE ACCUSE
Il giovane era accusato, originariamente, di tentato omicidio del solo Antonio Costanzo, un 28enne di Petilia Policastro, rimasto a lungo in gravi condizioni in seguito all’impatto col fuoristrada. Successivamente, la sua posizione si è aggravata ed è stato imputato anche del tentato omicidio di Maria Mazzei, peraltro ex ragazza dell’investitore. «Ecco cosa succede a chi sta con te», avrebbe detto l’imputato alla ragazza. Porchia si diede alla fuga dopo il fattaccio mentre i carabinieri, intervenuti sul posto, soccorrevano il ferito in stato incosciente e avviavano le ricerche dell’auto pirata. Furono ascoltati testimoni (molti non collaborarono con gli inquirenti) e vennero passati al setaccio i filmati delle telecamere di videosorveglianza. Dopo meno di 24 ore, il presunto autore dell’investimento si costituì e venne sottoposto a fermo.
LA REQUISITORIA
Nessun dubbio, da parte del pm, sull’intenzionalità del gesto. Porchia, poi condannato, ha messo in evidenza il pm nella sua requisitoria, ha puntato alle spalle due persone, a tarda ora, a Steccato di Cutro, con un’auto che pesa centinaia di chili, consapevole delle conseguenze che avrebbe potuto causare e le travolse. Alle richieste del pm si è associato l’avvocato di parte civile, Francesco Garofalo, che rappresenta il giovane investito, presentatosi in aula con le stampelle, e la ragazza che per un caso fortuito è rimasta illesa. In apertura di udienza, l’imputato ha reso dichiarazioni spontanee affermando di essere confuso al momento del fatto e ha chiesto scusa alle parti offese. Il pm però ha escluso uno stato d’ebbrezza perché Porchia rientrò, subito dopo i fatti, a Mesoraca, che dista circa 30 chilometri da Steccato.
LA DIFESA
I difensori dell’imputato, gli avvocati Paolo Carnuccio e Andrea Mazza, hanno incentrato la linea difensiva sull’assenza della volontà di uccidere, essendo ubriaco secondo quanto emerso da alcune testimonianze, e sull’incompatibilità di dolo eventuale e dolo alternativo. La difesa chiedeva pertanto la riqualificazione del tentato omicidio in lesioni gravissime. L’episodio suscitò sconcerto a Steccato, una delle più popolose località balneari della costa jonica.
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