Economia

Stato di diritto in Italia. Ispezione Ue al governo su giustizia, Rai e bavaglio

ROMA – Questa volta non è l’opposizione a chiedere conto al governo delle sue decisioni sulle riforme che stravolgono la giustizia, la libertà dei media, la nostra Carta costituzionale. Ora, come ha scoperto Repubblica, entra in campo l’Europa. Perché oggi arrivano a Roma gli ispettori della Commissione Ue che si sono fatti precedere da un nutrito pacchetto di domande destinate a mettere in imbarazzo chi dovrà rispondere.

Diciannove quesiti su cui il governo sarà costretto a barcamenarsi perché le scelte già fatte risultano in evidente contrasto con le richieste europee. Tra via Arenula e Palazzo Chigi stamattina si svolgeranno i colloqui riservati tra i funzionari italiani ed europei per aggiornare il report sullo Stato di diritto nel nostro Paese. Gli interrogativi sono già sul tavolo. Eccoli, uno dopo l’altro. Tenendo a mente che nel 2023 l’Italia è già uscita male dall’esame europeo.

Il premierato

Grande preoccupazione emerge dalle domande degli esperti Ue sulla riforma costituzionale del governo Meloni, battezzata premierato. Chiede l’Europa: “Potete spiegare l’obiettivo di questa riforma e in quale modo migliorerà la situazione alla luce dei timori espressi da molti esperti?”.

La giustizia azzoppata

L’esame è puntiglioso. L’Europa ci chiede cosa sta facendo l’Italia sulla separazione delle carriere, citando la proposta del forzista Pittalis, appena rilanciata dal viceministro Francesco Paolo Sisto che l’ha annunciata in calendario per marzo. Perché il ministro Nordio la considera “necessaria e urgente”? E che passi avanti ha fatto rispetto all’anno scorso?

Nulla sfugge alla Ue tant’è vuole sapere a che punto è il provvedimento disciplinare di Nordio contro i giudici di Milano che avevano dato gli arresti domiciliari all’imprenditore russo Artem Uss.

Ma l’Europa è preoccupata anche per la digitalizzazione dei processi. Chiede “informazioni dettagliate sul processo penale telematico”, su cui Nordio è in difficoltà perché da tutta Italia arrivano le proteste per un sistema che si sta rivelando catastrofico.

Conflitto d’interessi

Conflitti d’interessi, lobby e finanziamento ai partiti: l’Europa vuole un aggiornamento politico e legislativo, e informazioni sulla proposta di M5S del 13 ottobre 2022 che giace in commissione Affari costituzionali, rispolverata dai grillini due settimane fa dopo l’inchiesta di Repubblica sui numerosi casi di conflitti in atto tra i parlamentari. La Ue chiede se siano inclusi i deputati e se l’esecutivo intenda prevederli.

Abuso d’ufficio

L’Europa ha già espresso i suoi timori sull’abuso d’ufficio e sull’iniziativa di Nordio di cancellarlo, che poi ne ha parlato con il commissario Ue alla Giustizia Didier Reynders dicendogli che “nel codice penale italiano ci sono già molti reati di corruzione”.

Dubbi anche sulla riduzione del traffico d’influenze. Ma adesso le domande dell’Europa sono stringenti, Gli ispettori vogliono sapere “quali sono i prossimi passi legislativi e i tempi per l’entrata in vigore”.

Chiedono come sarà coperta in futuro nel codice penale la cancellazione dell’abuso d’ufficio. Ma soprattutto chiedono “se questo passo ridurrà effettivamente la lotta contro la corruzione a tutti i livelli, inclusi i casi più gravi”.

Vogliono vedere le statistiche degli ultimi cinque anni per entrambi i reati, conoscere il numero dei nuovi casi e quanti sono stati quelli chiusi con una condanna, e ancora gli assolti, e con quali motivazioni.

La nuova prescrizione

La Commissione vuole informazioni dettagliate sulla nuova prescrizione, approvata dal Parlamento a metà gennaio, e sulle ragioni che hanno spinto il governo e il Guardasigilli a negare la norma transitoria per l’entrata in vigore chiesta dai presidenti delle 26 Corti d’Appello italiane, come aveva anticipato Repubblica.

Non solo: vogliono conoscere “le conseguenze della nuova prescrizione sui processi per corruzione”.

Le intercettazioni

L’Europa parte dalla decisione di proibire l’uso della microspia Trojan nelle indagini sulla corruzione e vuole sapere che conseguenze potrà comportare una scelta come questa. E proprio sulla corruzione l’Europa chiede anche le statistiche per verificare il trend dei fenomeni corruttivi degli ultimi anni.

Libertà di stampa

La Commissione è in allarme per l’aumento delle cause, anche promosse da esponenti politici, contro i giornalisti. E vuole conoscere se il governo pensa di introdurre “misure per proteggere i giornalisti dalle liti temerarie e la riservatezza delle fonti e il segreto professionale”.

La Commissione sa già che esiste la norma Costa, che vieta ai giornalisti di pubblicare l’ordinanza di custodia cautelare, un atto di cui per la stampa resta solo il riassunto.

Qui l’Europa pone molti interrogativi e chiede a Nordio se può fornire “ulteriori informazioni sul contenuto di questa iniziativa così come sulla sua ratio e i suoi obiettivi”.

E inoltre vuole sapere quali misure intenda adottare il governo per “garantire la libertà di stampa e il diritto dei cittadini a essere informati”.

La Rai

Il capitolo dell’informazione è uno dei più dettagliati. La Commissione chiede se l’Italia “può fornire ulteriori informazioni sui tempi di costituzione del fondo per evitare il progressivo deteriorarsi delle condizioni di lavoro dei giornalisti e supportare i media locali”.

Ecco un capitolo ad hoc per la Rai. Il rapporto dell’anno scorso già sollecitava una riforma della governance e del finanziamento “con l’obiettivo di garantire la sua indipendenza dai rischi di interferenze politiche”. E adesso gli esperti si chiedono se “il governo sta preparando una risposta”.

E in particolare “se può indicare quali misure prevede di adottare contro le interferenze politiche sull’indipendenza della Rai”. E vengono chieste spiegazioni sulla decisione presa con l’ultima legge di bilancio di ridurre il canone da 90 a 70 euro. E che misure intende prendere il governo per assicurare l’autonomia e l’indipendenza finanziaria della tv di Stato.

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