Stacca un tombino e lo lancia contro la biglietteria della stazione di Jesi. Panico tra i passeggeri: «Era fuori di sè»
JESI Ore 16. La sala d’attesa della stazione ferroviaria è gremita di viaggiatori. Chi è appena arrivato, chi sta aspettando per partire, chi acquista il biglietto dalla macchinetta automatica. Fa caldo. Un sabato pomeriggio di settembre apparentemente normale ma che, improvvisamente, fa ripiombare i molti presenti indietro di 11 anni. Come un nastro che si riavvolge, ma la sensazione di paura e impotenza è la stessa del 2014, quando un nigeriano aveva paralizzato Porta Valle brandendo due machete minacciando di decapitare le persone. Era il 1 settembre.
La paura
Ieri, quella stessa terribile minaccia si è abbattuta sui viaggiatori che gremivano la stazione, quando uno straniero, un ragazzo di colore, ha fatto irruzione all’interno della sala d’aspetto con un tombino di ghisa in mano. Sguardo fisso, nessuna esitazione. Nello choc generale, con il terrore che s’insinuava sottopelle, lo straniero ha scagliato con forza quel tombino contro la biglietteria, mandandola in frantumi. Si è temuto che quell’uomo, completamente fuori di sé, potesse fare del male a qualcuno. E solo per fortuna non è successo: ieri la biglietteria non era attiva, non c’erano dipendenti allo sportello e di là del vetro, altrimenti sarebbe stata una tragedia. Per i viaggiatori era disponibile infatti solo la macchinetta automatica.
Senza esitazione, né proferendo parola, quel grosso tombino ha frantumato il vetro danneggiando l’ufficio. Un frastuono infernale, i vetri che schizzavano ovunque. E lui, impassibile, che dopo aver osservato compiaciuto quel disastro, si è allontanato. Il tombino, prelevato poco prima in viale Trieste, è rimasto a terra ed è stato poi repertato dai carabinieri del Nucleo operativo Radiomobile della Compagnia di Jesi, inviati dalla centrale operativa cui sono arrivate numerose chiamate. Purtroppo, quando i militari sono arrivati, dello straniero non c’era già più traccia.
L’identikit
I presenti, ancora sotto choc, hanno fornito una descrizione per aiutare gli investigatori a rintracciarlo. «Era un giovane, di colore, sembrava fuori di sé». Lo hanno descritto così i testimoni, miracolosamente illesi. Non è chiaro il motivo di quel gesto insano, sembra che non volesse rubare nulla. Ha divelto la vetrata e danneggiato la postazione, poi si è allontanato, lasciando dietro di sé un mare di vetri e di paura. Le persone, spaventate, sono corse via per mettersi al riparo. Qualcuno si è rifugiato nei bagni, altri hanno impugnato il cellulare per chiamare il 112. Un raid vandalico in piena regola, iniziato però prima: non solo con il furto del tombino stesso, ma anche con il danneggiamento del parabrezza di una Toyota di colore bianco parcheggiata in viale Trieste, nei pressi del distributore. Anche in questo caso, le indagini chiariranno se sia stato un bersaglio casuale o se lo straniero conoscesse il proprietario e dunque, sia andato a colpo sicuro. Le ricerche sono in corso, supportate dalle immagini delle telecamere di videosorveglianza della stazione e del quartiere. Jesi sembra sempre più un luogo non sicuro dove vivere.