Economia

St, il ministro Urso sui 2.800 esuberi: “In Italia saranno circa mille”

ROMA – “Quelli che riguarderanno l’Italia saranno pari a quelli che riguarderanno la Francia perché abbiamo chiesto equilibrio. Il piano va ancora ben definito ma credo che siano poco più di mille”. Lo ha annunciato il ministro delle Imprese e del made in Italy Adoflo Urso riguardo al piano triennale di investimenti di StMelectronics. Dopo gli screzi tra il Mef e i vertici francesi, l’azienda di elettronica e semiconduttori ha assicurato un riequilibrio degli impegni. All’Italia andranno 4 miliardi sui 6,5 che verranno stanziati fino al 2027 a livello europeo. Divisi tra il polo di Catania (2,6 miliardi di euro) e lo stabilimento di Agrate Brianza. Il piano prevede però anche 2.800 esuberi e al tavolo con il Mimit e i sindacati non sono ancora state presentate le cifre con il dettaglio della ripartizione dei tagli.

Alla fine c’è solo un numero: 2.800 uscite volontarie globali entro il 2027, cifra che potrà salire con il turn over naturale. Numeri che avevano preoccupato i rappresentanti dei lavoratori e ai quali oggi Urso ha chiarito in parte come saranno divisi gli esuberi. Il numero riguarda gli esuberi “nel mondo”, ha chiarito il titolare del Mimit, “di questi, quelli che riguarderanno l’Italia saranno pari a quelli che riguarderanno la Francia perché abbiamo chiesto equilibrio”.

Secondo Urso il piano di Stm “destina significative risorse al nostro Paese” e va visto in ottica pluriennale: se si guardano “i dati occupazionali che saranno sviluppati nel tempo quando questi investimenti diventeranno produttivi” è chiaro che “l’obiettivo finale è di crescita per l’Italia”.

Il piano StMicroelectronics

“Il piano finalmente destina risorse significative nel nostro Paese, sia per realizzare a Catania il polo produttivo più importante a livello globale dell’azienda, sia perché prevede finalmente investimenti significativi nel sito di Agrate per recuperare rispetto a quanto non si è fatto nella scorsa legislatura, quando gli investimenti sono stati invece prevalentemente indirizzati in Francia”, ha spiegato il ministro.

Di fronte a una “crisi ciclica” dei semiconduttori il piano chiesto dall’Italia “va ben oltre ai 3 anni, quindi non bisogna guardare solo a quello che accadrà da qui al 2027 ma al 2030-’31-’32 rispetto agli investimenti che verranno calati già oggi”. “Se guardate i livelli occupazionali da cui partiamo, se considerate anche gli esuberi che comunque saranno realizzati attraverso forme diverse ma sicuramente senza licenziamenti, e poi guardate i dati occupazionali che saranno sviluppati nel tempo quando questi investimenti diventeranno produttivi vi rendete conto che l’obiettivo finale è di crescita per l’Italia”, ha concluso Urso.


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