St, conti e stime affossano il titolo. Prove di dialogo tra Parigi e Roma
ROMA – Una giornata da dimenticare, soprattutto se si guardano i dati dell’ultimo trimestre, le previsioni e come il mercato ha accolto il trend. Il titolo di St Microelectronics è crollato: -14% a 21,9 euro. I vertici della multinazionale europea dei chip, però, possono tirare un sospiro di sollievo, ad iniziare dall’ad Jean-Marc Chery. Dopo due anni di braccio di ferro tra il governo francese, che ha il 50% della holding di controllo attraverso Bpi Finance e Cea, e quello italiano, attraverso il Mef, si è individuato un percorso. I rapporti si sono distesi.


Dopo le dimissioni del vicepresidente del consiglio di sorveglianza, Maurizio Tamagnini, a marzo, il Mef non era riuscito a far eleggere l’ex direttore generale Marcello Sala (ora in Nexi). Cosa che ha generato una frattura profonda. Vulnus che sembra ora sanato. Anche perché si sarebbe aggiunto un altro posto da occupare, quello di Paolo Visca, che si è dimesso due giorni fa. Il consiglio propone la nomina di due consiglieri italiani: Armando Varricchio al posto del vicepresidente e di Orio Bellezza, ex dipendente di St, al posto di Visca. La delibera sarà votata nell’assemblea straordinaria del 18 dicembre ad Amsterdam, ma l’esito favorevole pare scontato. Si tratta di un ulteriore passo in avanti, il secondo dopo la decisione dell’azienda di ritirare gli esuberi nel sito di Agrate.


Ora il ministro delle Imprese, Adolfo Urso, parla di «un primo obiettivo raggiunto». L’ad Chery rimarrà al suo posto fino al 2027, ma potrebbe partire la ricerca del nuovo ceo affidando l’incarico a Egon Zender. Tra luglio e settembre i ricavi di St sono scesi del 2% a 3,19 miliardi di dollari e l’utile netto del 32,3% a 237 milioni. Per il quarto trimestre le stime, a valori intermedi, sono di ricavi netti in crescita del 2,9% a 3,28 miliardi, con un margine lordo pari al 35% del fatturato, e ricavi annuali di circa 11,75 miliardi.
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