Spyro, Crash, Lara, PaRappa… chi è stata la vera mascotte della prima PlayStation?
Negli anni ’90, ogni console voleva il suo eroe. Nintendo aveva Mario, Sega aveva Sonic. E la PlayStation? La prima vera generazione 3D di Sony ha prodotto una galleria di personaggi memorabili, certo, ma nessuno di loro sembrava indossare ufficialmente il titolo di “mascotte”. Eppure, se chiedete in giro a chi c’era, tutti hanno un nome in testa. Il problema? È quasi sempre diverso.
Proviamo allora a mettere un po’ d’ordine – con affetto, ma anche con la giusta dose di onestà – tra i candidati più amati. Alla fine, uno di loro vincerà?
E a proposito di PlayStation 1, vi consigliamo di riscoprire questi titoli dimenticati per la prima piattaforma targata Sony.
Crash Bandicoot: il ribelle con le sneakers
C’era lui nei trailer. C’era lui nei cartelloni pubblicitari. C’era lui che prendeva in giro Mario davanti al quartier generale Nintendo, nel celebre spot americano. Crash sembrava davvero la mascotte ufficiale della PS1. Aveva tutto: design strano ma simpatico, animazioni memorabili, un gameplay accessibile ma tosto, e una casa di sviluppo (Naughty Dog) destinata a fare la storia.
Eppure… c’è un ma. Forse non tutti lo sanno, ma Crash era “prestato” a Sony da Universal. Non era proprio suo. E quando la PS2 arrivò, Crash non la seguì. Come una cotta estiva, finì prima di diventare una storia seria. Ma di certo è stato un’icona per la console.
Spyro: il drago più cool della collina
Spyro aveva carisma. Era sfrontato, adorabile, con quella voce da teppistello e un mondo coloratissimo da esplorare. Insomniac lo aveva pensato come un eroe per i più piccoli, ma senza risultare infantile. E ci era riuscita. Spyro era fluido, veloce, libero: un sogno a 30 fps.
Ma anche lui, come Crash, non era esattamente un’esclusiva proprietaria. E poi, diciamolo, era sempre rimasto un po’ nell’ombra del cugino arancione. Bellissimo, ma secondario. Vi è tornata voglia di rigiocare nei suoi panni, vero?
Lara Croft: la diva che veniva da un’altra storia
Tecnicamente, Tomb Raider uscì anche su Saturn. Ma è con la PS1 che Lara diventò leggenda. Era ovunque: sulle copertine, nei talk show, persino nei videoclip musicali.
Lara era una vera e propria rockstar. Ma rappresentava davvero la PlayStation? In parte sì. Ma Lara era troppo grande per essere una sola console. Era più simile a un’icona globale di successo che a un volto promozionale. Non parlava ai giocatori come “una di casa”. Era più un’ospite VIP – graditissima, ma esterna.
Parappa the Rapper: il re del groove alternativo
PaRappa era strano. In tutti i sensi. Un cane rapper bidimensionale in un mondo di cartone che cantava di come arrivare in bagno in tempo o conquistare una ragazza con una torta. Era geniale, visionario, e molto, molto giapponese. Rappresentava la parte più creativa e fuori dagli schemi della PS1.
Ma era troppo di nicchia. Troppo alternativo per diventare volto istituzionale. Più che mascotte, era il cugino artistico che vi fa scoprire musica nuova a una festa. Sapevate che è uscita, nel lontano 2017, una versione rimasterizzata per PS4 del titolo? No? Allora date un’occhiata a questa recensione.
E allora? Chi è stato davvero la mascotte della PS1?
Forse la risposta non è un personaggio. Forse la vera mascotte della PS1 era la PS1 stessa. Sì, quella scatoletta compatta, con lo sportello tondo e quel suono d’avvio che faceva tremare ogni volta.
La PlayStation non ha avuto una mascotte per scelta. Ha costruito la propria identità sull’idea di essere una console per tutti, non legata a un solo volto, ma aperta a mille voci. Era una piattaforma che metteva fianco a fianco Lara Croft e PaRappa, Metal Gear Solid e Pepsiman, Gran Turismo e Tombi. E in questo caos creativo, c’era una coerenza: offrire qualcosa che non si era mai visto prima.
Quindi no, la PS1 non aveva una mascotte. Ne aveva decine. Ma se proprio dobbiamo scegliere una figura, un simbolo che l’ha rappresentata davvero, forse è più giusto dirlo chiaramente: la vera mascotte siete voi che ci avete giocato.
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