Spoleto, perizia tecnica su chat e social per far luce sul delitto Papadia
Una perizia sui cellulari, pc e altri dispositivi elettronici di Laura Papadia e Nicola Gianluce Romita. È quanto stabilito dal giudice per le indagini preliminari di Spoleto nell’ambito dell’indagine per il femminicidio della 36enne originaria di Palermo e vicedirettrice di un supermercato di Spoleto.
Tra l’alba e la mattina del 26 marzo 2025, nella camera da letto dell’abitazione coniugale in via Porta Fuga, a Spoleto, viene trovato il corpo di Laura Papadia. Il marito, Nicola Gianluca Romita, 48 anni, agente di commercio, è rintracciato sul Ponte delle Torri, al telefono con un operatore della centrale di Polizia, dove minacciava di suicidarsi affermando di aver ucciso la moglie. Romita viene fermato per omicidio volontario e trasferito nel carcere di Maiano a Spoleto. Durante l’interrogatorio confessa il delitto, cioè di aver strangolato la moglie al termine di una notte di violenti litigi, scatenati dal desiderio di maternità della donna e dal rifiuto dell’uomo, già padre due volte. Dai racconti di amici e parenti è emerso anche che l’uomo era geloso, possessivo e con una forte propensione a controllare la vita della moglie. “Le ho messo le mani al collo e lei è caduta – ha confessato – poi ho usato la mantellina per strangolarla”.
Il delitto sarebbe maturato nell’ambito di un conflitto di coppia: lei voleva un figlio, lui ne aveva già due da precedenti relazioni e non era d’accordo. La prima ispezione cadaverica aveva confermato che la vittima, Laura Papadia era deceduta per soffocamento e strangolamento. Il cellulare della vittima, scomparso subito dopo il delitto, viene ritrovato tre mesi dopo, danneggiato, non lontano dal Ponte delle Torri.
Cellulari e pc adesso sono nelle mani di un perito che dovrà andare a caccia di elementi custoditi nelle chat e nei social per cercare di capire cosa è successo nelle ultime ore di vita di Laura Papadia e se il delitto, a detta dell’indagato scaturito da un impulso improvviso, non sia invece premeditato.
Gli strumenti elettronici sono stati già analizzati dalla Polizia postale alla ricerca di contatti precedenti o messaggi sospetti. Il consulente nominato dal giudice avrà 60 giorni per analizzare tutto e stilare una relazione. Gli investigatori sono particolarmente interessati alle chat che l’indagato, difeso dagli avvocati Luca Maori e Luca Valigi, avrebbe intrattenuto con familiari, amici e parenti, anche della vittima.
Le ipotesi investigative ruotano tutte attorno ad alcuni elementi, come la presunte premeditazione dell’uomo nel compiere il delitto, fomentato da una costante litigiosità per il desiderio di maternità di Laura e il rifiuto dell’uomo e una convivenza ormai logorata.
La perizia dovrebbe essere depositata a metà ottobre e già a novembre potrebbe arrivare la richiesta di giudizio immediato o di chiusura delle indagini. I familiari della vittima si sono affidati all’avvocato Filippo Teglia.
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