Spoleto, omicidio Bartoli: Behari rinviato a giudizio
di Chiara Fabrizi
È stato rinviato a giudizio Erjon Behari, il 42enne albanese che il 20 luglio scorso a Spoleto ha ucciso con una coltellata al petto Stefano Bartoli, 28 anni. Il processo a carico del cittadino albanese, dal giorno del delitto recluso nel carcere di Maiano (Spoleto), si aprirà alla fine dell’estate davanti alla Corte d’Assise di Terni.
Questa la decisione del gup Luca Cercola al termine dell’udienza preliminare sull’omicidio volontario aggravato dai futili motivi avvenuto quasi un anno fa in via Due Giugno, nel quartiere Casette, davanti all’abitazione di Behari. L’imputato giovedì mattina era presente in aula e ha voluto rendere dichiarazioni spontanee davanti al gup, al pm Alessandro Tana e anche ai familiari di Bartoli, che hanno partecipato all’udienza. «Non volevo ucciderlo, ma solo spaventarlo», ha detto ancora una volta il 42enne albanese, che già in caserma subito dopo l’arresto e poi davanti al gip in sede di interrogatorio di garanzia aveva sostenuto la stessa versione.
L’avvocato Maria Donatella Aiello, che difende Behari, ha quindi sollecitato una nuova perizia psichiatrica, evidenziando come in passato il suo assistito sia stato considerato non imputabile, a differenza di quanto accaduto durante le indagini preliminari per l’omicidio volontario di Bartoli, quando il consulente nominato dal gip è giunto a conclusioni opposte, ritenendo Behari capace di intendere e di volere e quindi processabile per l’uccisione del 28enne. Il gup ha però rigettato la richiesta della difesa, che ha anche provato a percorrere la via della riqualificazione del reato da omicidio volontario a preterintenzionale, puntando così al rito abbreviato, ma anche questa istanza è stata respinta. Accolta, invece, la richiesta di costituzione delle parti civili presentata dall’avvocato Andrea Bellingacci per la mamma e i tre fratelli di Bartoli. Il processo a carico di Behari si aprirà a settembre.
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