Spoleto, funerali di Michele Tarli morto sulla strada
di C.F.
«Sei il figlio che tutti vorrebbero avere. Eri una persona splendida e pulita». E’ un passaggio della lettera che Lando, zio di Michele Tarli, il 23enne spoletino morto nelle prime ore di giovedì scorso a Madonna di Lugo, ha scritto e affidato per la lettura fuori da San Gregorio Maggiore, a margine del funerale del giovane: «Perdonami se non l’ho fatto io, ma non avrei messo insieme una frase».
Alcune centinaia di persone hanno affollato la chiesa e piazza Garibaldi per abbracciare un’ultima volta Michele, vice presidente dell’Asd Polizia Penitenziaria, squadra di calcio che disputa il campionato di Seconda categoria. La maglia di gioco ben stesa sul feretro, intorno i familiari di Michele, la mamma Lorena, il papà Pierpaolo, il fratello Samuele e i nonni Luciano e Franca e gli amici, tanti, che hanno indossato una maglietta bianca con un solo messaggio: «Ciao Miky».
L’omelia è stata affidata a don Paolo Peciola, che Michele lo conosceva bene: «E’ cresciuto all’ombra della parrocchia di San Silvestro e poi di San Venanzo, l’ho conosciuto che aveva 7-8 anni, partecipava ai campeggi estivi. Tutto avrei pensato – ha detto con la voce incrinata dalla commozione – tranne di concludere la mia carriera da prete in questa maniera». Il prete ha poi parlato della morte del giovane come di «un accadimento che mette in crisi la mia fede di prete, la vostra di credenti», indicando poi la via «dell’avvicinamento al Signore Gesù, che non ci toglie i problemi, ma ci dà la forza».
Fuori dalla chiesa anche il nonno Luciano ha voluto leggere una lunga lettera al nipote, ripercorrendo la vita di Michele, da alunno a studente dell’istituto agrario di Sant’Anatolia di Narco «dove hai potuto esprimere tutto il tuo innato amore per la natura e le risorse della terra» fino al giovane che il nipote era diventato nel segno della «responsabile ambizione, perché cento ne pensavi e una ne facevi e anche se l’invettiva non ha sempre gambe per correre tu non ti sei mai scoraggiato», ha detto il nonno commosso.
Davanti a San Gregorio ha voluto dire addio a Michele anche Giorgia, la sua «migliore amica», leggendo un messaggio pieno di quella forza che solo quell’età è in grado di sprigionare: «Non sceglierò mai la strada più facile, non lascerò i sogni nel cassetto, non permetterò che la rabbia prenda il posto del perdono. Cercherò di agire nel bene affinché tu sia sempre orgoglioso della persona che sto diventando. Ogni tuo ricordo prezioso il mio cuore terrà ben stretto. Tu sarai la mia gamba, il mio passo nel mondo sarà il tuo. Sono sicura che sarai il mio coraggio quando la paura busserà alla porta. Grazie Michele sei stato il più prezioso dei doni».
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