“Spenderemo 200 milioni di dollari”: il piano di Trump per “rifare” la Casa Bianca
Tra crisi internazionali e annunci sulle nuove tariffe Usa in vigore nei confronti di decine di Paesi, Donald Trump nelle ultime ore ha trovato il tempo di rendere pubblico quello che Nbc News ha definito il più grande progetto di ristrutturazione della Casa Bianca dai tempi di Truman. I lavori, il cui avvio è previsto per settembre, interesseranno una parte dell’ala est dello storico complesso al 1600 di Pennsylvania Avenue e consisteranno nell’aggiunta di un’enorme sala da ballo da oltre 8mila metri quadrati pronta ad accogliere sino a 650 persone, più del triplo della capienza della sala più grande dell’edificio, l’East Room.
“Sono bravo a costruire cose, e la costruiremo rapidamente e nei tempi previsti. Sarà bellissima“, ha dichiarato Trump precisando che non sarà intaccato il carattere dell’edificio originale. Sono coinvolti alcuni dei “migliori architetti” del mondo ha aggiunto il presidente che, non a caso, ha costruito le sue fortune proprio nel settore immobiliare. Il costo stimato per il progetto è di 200 milioni di dollari e funzionari della Casa Bianca hanno affermato che il tycoon e altri donatori finanzieranno i lavori di ristrutturazione.
“Sarà il mio regalo al Paese“, ha fatto sapere The Donald che da quanto è tornato a Washington ha personalizzato lo Studio Ovale riempiendolo di cornici e ornamenti d’oro, ha pavimentato in stile Mar-a-Lago una parte degli esterni della residenza esecutiva (incluso il Rose Garden, eredità di Jackie Kennedy) – l’erba bagnata crea problemi alle donne con i tacchi alti, ha detto il commander in chief – e ha installato un paio di imponenti pennoni davanti alla Casa Bianca per innalzare la bandiera americana. Il presidente Usa starebbe inoltre sostituendo quello che ha definito un bagno ristrutturato “terribilmente” nella Lincoln Bedroom con uno più fedele allo stile dell’epoca del presidente della Guerra Civile.
La portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt, ha dichiarato che i lavori per la costruzione della sala da ballo termineranno prima della fine del mandato di Trump. Alla domanda se il progetto richiederà la demolizione dell’ala est la portavoce ha riposto che tale sezione “sarà modernizzata” e molti membri dello staff dovranno essere trasferiti durante i lavori. Tra questi, i dipendenti dell’ufficio militare, quelli degli uffici del personale addetto alle visite e dell’ufficio della first lady, Melania Trump.
Il New York Times sottolinea che la ristrutturazione in questione è uno dei desideri più grandi del tycoon. David Axelrod, ex consigliere durante la presidenza Obama, ha scritto nel 2015 nelle sue memorie che il miliardario si era offerto di costruire una nuova sala da ballo per la sede del potere esecutivo e in un’intervista ha riportato che Trump sosteneva che le cene di Stato “si tengono in piccole tende“. “È un pensiero che coltivava da tempo“, ha aggiunto Axelrod.
Un funzionario della Casa Bianca ha spiegato che la visione di Trump “è quella di rendere la Casa Bianca il più possibile eccezionale e bella per i futuri presidenti e amministrazioni” aggiungendo che il leader statunitense “è molto attivo e coinvolto in tutto questo“. Ogni settimana The Donald incontra i lavoratori edili dello storico complesso e trascorre con loro 20-30 minuti. La portata del progetto e la possibilità che i lavori offrano opportunità ai donatori interessati ad ottenere il favore dell’amministrazione repubblicana hanno sollevato polemiche tra i democratici. Ci ha scherzato su Chuck Schumer, il leader del partito dell’asinello al Senato, il quale ha affermato di essere “felice di mangiare il mio cheeseburger alla mia scrivania. Non ho bisogno di una sala da ballo da 200 milioni di dollari in cui mangiarlo“.
Trump non è il primo a mettere mano alla Casa Bianca e ad attirarsi uno stuolo di critiche.
Successe anche a Truman che tra il 1948 e il 1952 dovette sventrare l’interno della residenza che stava cadendo a pezzi e a Roosevelt che qualche anno prima fu accusato dall’opposizione di aver sprecato soldi per la costruzione dell’ala est. Insomma, i presidenti cambiano ma le polemiche restano.
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