Sicilia

Spaghetti killer, parla l’imputata: «Zia Maria mi disse che voleva partire e io la portai a Catania»

La prima parte dell’esame di Maria Pepe, accusata di omicidio e circonvenzione d’incapace: sullo sfondo l’eredità dell’anziana parente

Solo un assaggio. L’esame di Paola Pepe è stato sospeso fino a venerdì. Ieri mattina si è svolta un’udienza cruciale del processo sulla morte di Maria Basso, avvenuta nel dicembre del 2022 dopo un trasferimento lampo da una casa di cura di Asiago a una di Aci Castello, nel Catanese. L’ottantenne è deceduta per una polmonite ab ingestis – così hanno messo nero su bianco i periti della procura di Catania – dopo un pranzo sospetto con la nipote Paola Pepe che ora sta affrontando un processo per omicidio e circonvenzione d’incapace.

Maria Basso nelle ultime settimane di vita nominò l’imputata procuratrice e unica erede del suo secondo testamento. Zia e nipote (anche se in verità erano cugine di secondo grado) si ritrovarono dopo alcuni anni di lontananza al compleanno dell’anziana. «Da quel 10 agosto la mia vita è cambiata», ha detto ieri Paola Pepe rispondendo alle domande della pm Michela Maresca. La nipote era in vacanza quando ricevette la telefonata della madre che l’informava dell’imminente festa di compleanno della zia Maria, che nel frattempo però si era ammalata.

«Mi feci dare il numero di Clelia Vescovi (l’ex procuratrice che assisteva Maria Basso da anni) e devo essere sincera appena mi rispose l’ho aggredita – racconta l’imputata – perché avrei voluto una telefonata per essere informata delle condizioni di salute della zia. Lei mi disse che si era attenuta al volere di Maria, ma lei anche per un senso di umanità mi avrebbe dovuto fare un colpo di telefono».

Partì tutto da quella chiamata. Paola Pepe, in vacanza, cominciò a telefonare a tutte le case di riposo di Asiago che visionò su internet fino a quando non riuscì a trovare quella giusta e a farsi passare Maria Basso. Il 2 settembre 2022 la nipote partì alla volta di Asiago per festeggiare gli 80 anni della zia.

Rapporti tesi

I rapporti con Clelia Vescovi furono alquanto tesi sin dall’inizio. «Mi disse che non ero stata invitata io, ma mia madre». Paola Pepe trovò un foglio con la lista degli invitati e lo fotografò. Ci fu la festa in un ristorante e lì l’imputata conobbe gli altri parenti di Maria Basso. «La zia però diceva di sentirsi sola», ha spiegato in udienza. Paola Pepe tornò diverse volte ad Asiago. Ed è in una di queste visite che scoppiò il caso della collana che Maria Basso avrebbe voluto regalare alla nipote. La scatolina rossa a forma di cuore non si riuscì a trovare. E da quella scomparsa iniziarono i dubbi su Clelia e la gestione delle finanze.

Maria Basso e la nipote andarono anche in banca. «La zia era preoccupata di non avere liquidità per pagare la retta della casa di riposo». Ma il direttore della banca non rilasciò informazioni, anzi fece un esposto. Da lì si arrivò alla revoca della procura alla Vescovi dal notaio. Con un giallo legato alla firma di quel documento. Il 21 novembre fu inviata al notaio una mail dall’avvocato di Paola Pepe in cui si chiedevano novità sulla nomina di procuratrice della sua assistita.

L’ultima volta che Paola Pepe andò ad Asiago fu l’1 dicembre 2022, quando portò via Maria Basso dalla casa di riposo senza avvertire nessuno. «Io non avevo intenzione di farla trasferire a Catania, ma la zia mi disse che voleva andare via perché stavano succedendo delle cose. Così organizzai tutto, presi omogeneizzati e addensanti per i liquidi (la donna aveva una patologia che la costringeva a mangiare solo cibi omogenei, ndr). Avevo già preso contatti con la casa di cura di Aci Castello», ha spiegato (in sintesi) Paola Pepe.

Quel trasferimento lo avrebbe vissuto «come un dovere» perché «sentiva il rimorso» per gli anni in cui era stata lontana. Pepe non ha saputo dare spiegazioni sul fatto che il cellulare di Maria Basso rimase spento per quattro giorni dopo la partenza. A Catania inoltre i medici della clinica volevano «rifare tutti gli esami medici» per avere un quadro delle condizioni di salute di Maria Basso.

Domande finite. Si continuerà (con il clou) venerdì, quando si svolgerà anche il controesame dei difensori, gli avvocati Carmelo Peluso e Dario Riccioli.

L’udienza si è aperta con un collegamento da Trento. È stata sentita l’amica di Maria Basso, Anna Bruna Crestani, che era depositaria di una copia del primo testamento. La donna ha raccontato di aver ricevuto da Maria Basso una chiamata da Catania dove «appariva serena e con la voce anche migliore». Durante una pausa, il cugino Mario Basso, parte civile nel processo, ha detto ai giornalisti: «Testimonianza inattendibile».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA




Source link

articoli Correlati

Back to top button
Translate »