Umbria

Sovraffollamento carceri al 133%, caso Terni sul tavolo del ministro dopo il sit-in


di M.R.

Finisce di nuovo sul tavolo del ministro della Giustizia, Carlo Nordio, il carcere di Terni. Stavolta a stimolare la politica sull’argomento è stato il sit-in dei giorni scorsi messo in atto proprio davanti all’istituto di Sabbione dai sindacati di polizia penitenziaria. L’interrogazione al Governo, sul tema, porta la firma dei deputati Pavanelli e Pellegrini del M5s. «La manifestazione degli agenti penitenziari davanti il carcere Sabbione di Terni rappresenta soltanto l’ultima forte denuncia sulle condizioni di lavoro divenute ormai da tempo insostenibili. Martedì l’ennesima rissa tra detenuti e l’ennesima aggressione ai danni di un agente penitenziario, al quale va tutta la mia solidarietà – dichiara la deputata umbra -. Servono misure urgenti come nuovi interventi di edilizia penitenziaria ma anche un piano straordinario di assunzioni nel comparto penitenziario. Purtroppo, spiace dover constatare che il sovraffollamento delle carceri è diretta conseguenza delle scelte abominevoli di un governo attento solo a depenalizzare i reati appannaggio dei colletti bianchi come l’abuso d’ufficio e intransigente con chi fa uso di cannabis. Legalizzare e regolare l’utilizzo di questa sostanza aiuterebbe a costo zero ad attenuare il sovraffollamento nelle carceri. Per un governo così miope però significherebbe rinunciare a una folle ideologia che forse ritengono più importante della sofferenza di migliaia di agenti penitenziari costretti a lavorare in condizioni disumane».

Detenuti «Il 25 novembre 2024 – si legge nell’atto – il numero delle persone nelle carceri italiane risulta di 62.410 unità, a fronte di una capienza di 51.165 di cui 46.771 posti
effettivi, con un indice nazionale di sovraffollamento del 133,44 per cento; secondo il Garante tale criticità è dovuta all’attuale inagibilità di diverse camere di pernottamento e in alcuni casi di intere sezioni detentive; nel complesso sono 151 gli istituti con
un indice di affollamento superiore al consentito. In 60 di questi l’indice risulta pari o superiore al 150 per cento. Condizioni che inevitabilmente si riverberano anche
sul triste dato relativo ai suicidi (pari a n. 77) e ai decessi (pari a n. 19) in aumento rispetto al 2023, oltre ai sette suicidi verificatisi tra soggetti appartenenti al Corpo di polizia penitenziaria».

«Il sovraffollamento delle strutture penitenziarie – proseguono Pavanelli e Pellegrini – è inevitabilmente associato agli episodi di aggressione e di autolesionismo, manifestazioni di protesta collettiva e individuale, percosse, violazioni norme penali e rivolte, in costante aumento; le descritte criticità di sovraffollamento hanno investito anche il carcere di
Sabbione di Terni, costringendo i sindacati di Polizia penitenziaria a una manifestazione di protesta per insostenibili condizioni di lavoro; a fronte di una capienza massima stimata in n. 460, i detenuti oggi reclusi presso il carcere di Sabbione sono 575. Di questi, circa 200 sono psichiatrici o di ordine di sicurezza. Inoltre, la perdurante situazione di carenza in organico di personale (circa 50 dipendenti in meno) costringe gli agenti a turni di lavoro tra le 10 e le 12 ore, senza piena retribuzione dello straordinario e con l’impossibilità di fruire dei riposi e dei giorni di ferie spettanti per legge».

Carcere Terni «La perdurante assenza di investimenti in interventi di edilizia e miglioramento delle strutture penitenziarie – ricordano i due deputati pentastellati – ha generato, negli anni, ambienti di lavoro e condizioni di ospitalità spesso gravemente inadeguate a livello igienico-sanitario; il sovraffollamento delle carceri ha determinato nel 2013 la condanna dell’Italia da parte della Corte europea dei dritti dell’uomo per violazione dell’articolo 3 della Convenzione europea dei diritti umani; inoltre, ai sensi dell’articolo 27 della Costituzione, le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato; ad oggi il maggior numero di ingressi in carcere risulta essere rappresentato dalle fattispecie criminose di cui all’articolo 73 del decreto del Presidente della Repubblica n. 309 del 1990, la cui depenalizzazione riferita alla cannabis contribuirebbe risolverebbe il problema del sovraffollamento di detenuti nelle strutture carcerarie».

Giustizia Italia «Al ministro Nordio si chiede dunque di sapere se, al fine di rendere più tollerabili le condizioni di lavoro degli agenti penitenziari e di ospitalità dei detenuti, non intenda adottare misure finalizzate a realizzare interventi urgenti di edilizia penitenziaria anche volti all’individuazione di nuove strutture idonee, adottando parallelamente iniziative volte a valutare l’impatto della depenalizzazione della cannabis con riferimento alle fattispecie criminose di cui all’articolo 73 del decreto del Presidente della Repubblica n. 309 del 1990 che oggi contribuiscono a determinare il sovraffollamento nelle carceri italiane; se non intenda attivare un piano straordinario di assunzioni nell’ambito del Corpo di polizia penitenziaria in grado di risolvere definitivamente l’atavica situazione di sotto organico che affligge il corretto funzionamento delle strutture penitenziarie italiane contribuendo alle gravissime problematiche esposte».

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