Sons Of Sevilla – Street Light Moon: La luna sullo yacht (rock) :: Le Recensioni di OndaRock
Nasce da un’insolita folgorazione il progetto del duo inglese Sons Of Sevilla, ovvero dall’improvvisa passione per la musica sudamericana e dalle infinite possibilità di interazione con la psichedelia e il funky–soul.
Per i fratelli Henry e Reuben Smith è stata una vera sfida estraniarsi dalle maglie dell’indie-rock, al punto che hanno scelto di trasferirsi in Spagna al fine di trovare una situazione emotiva adeguata.
Autodefinitisi retro-fututisti, i Sons Of Sevilla hanno messo a punto la formula con un primo gradevole album, “Lullabies For A Wilcat”, concepito a bordo di un peschereccio ormeggiato al porto di Gibilterra, lo stesso luogo dove sono nate le prime bozze del nuovo progetto, registrato in Texas con la produzione di Adrian Quesada dei Black Pumas, musicista nominato ben otto volte per i Grammy Award. Con “Street Light Moon” il duo mette a fuoco tutto il fascino evocativo della sua formula psych-soul con uno slancio che farà impallidire i fan dei Tame Impala e dei Groove Armada (rispettivamente “All The While” e la title track”), che poi Henry in alcuni brani usi una vecchia bottiglia di vetro come slide per la chitarra è oltremodo intrigante e aggiunge un ulteriore tocco di esotismo, che è poi il vero tratto distintivo dei Sons Of Sevilla (“Watching On”).
Pur indugiando su citazioni di psichedelia tipicamente inglese (la beatlesiana “Birds Fly High”), la musica dei Sons Of Sevilla ha un retrogusto decisamente più americano. Difficile non immaginare un’assolata spiaggia californiana con i Beach Boys in sottofondo quando il duo intona “Do Me A Favour” o un viaggio on the road senza meta su solitarie strade texane mentre scorrono le dondolanti note di “Life In The Sky”.
Con una scrittura più solida “Street Light Moon” potrebbe ambire al titolo di album yacht-rock dell’anno, ma il viaggio dei Sons Of Sevilla è appena iniziato, le mete sembrano ancora tante e la tenera pagina finale “Tenderly” promette interessanti sviluppi per il futuro. Nel frattempo farsi cullare da questi 41 minuti di soft-soul-psichedelia è uno dei guilty pleasure che ogni ascoltatore dovrebbe concedersi, tra l’ennesimo funeral party di Nick Cave e la trance orchestrale di Rosalia.
13/12/2025




