«Sono stato io». Salvato da un passante col cane

MONTE ROBERTO Ha tentato di uccidersi, impiccandosi a una quercia in un bosco a Matelica. Forse, Nazif Muslija – il 50enne macedone ricercato per il femminicidio della moglie Sadjide Muslija, 49 anni, massacrata nella sua abitazione a Pianello Vallesina – ha realizzato cosa è stato capace di fare alla donna che, nonostante i maltrattamenti, lo aveva riaccolto dandogli una seconda chance, nella speranza che cambiasse. Poi è stato salvato, notato da un passante con il cane. Portato all’ospedale, è stato dimesso. Ora è in carcere a Montacuto. «Sì, sono stato io», avrebbe ammesso ieri sera ai carabinieri, in attesa di essere interrogato. Secondo la Procura, avrebbe ucciso la moglie con ripetuti e severi colpi alla testa e al torace, sferrati con un tubo innocente da cantiere. E’ questa l’arma del delitto, trovata dagli investigatori durante il sopralluogo nella casa dell’orrore: era appoggiata al muro che dà sul giardino, sporca di sangue.
L’autopsia
La salma della donna è stata trasferita a Torrette in attesa dell’autopsia disposta dal pm Rosario Lioniello. L’incarico è stato affidato al medico legale Angelo Montana. Sadjide sarebbe stata uccisa nelle prime ore del mattino di mercoledì. Non è stata aggredita nel sonno, poiché era vestita e pronta a uscire di casa, forse per andare al lavoro. E’ stata trovata con il cranio fracassato e il volto sfigurato dai colpi ricevuti, verso le 10,30, quando i carabinieri della Stazione di Moie si sono recati nell’abitazione dopo essere stati avvisati dai datori di lavoro della loro inusuale assenza. Intanto, Nazif si era reso irreperibile scappando a bordo della sua Smart bianca.Sembrava essersi volatilizzato nel nulla fino a ieri verso le 18 quando un uomo, in giro con il cane, ha notato una sagoma penzolare da un ramo nel cuore di un bosco, a Sant’Anna di Matelica, in prossimità di Vinano, a mezz’ora di superstrada da Pianello Vallesina. E’ stato il cane a fiutare la presenza di Nazif, tirando il padrone fino al pendio dove il macedone aveva tentato di impiccarsi. Tentato, perché sembra che sfiorasse terra con i piedi e accanto è stata rinvenuta una buca scavata di fresco, un giaciglio di fortuna o un nascondiglio, con un sacco a pelo e dei viveri
Il salvataggio
Subito l’uomo è intervenuto per salvarlo, con un coltello ha tagliato la corda e ha chiamato il 112. Sul posto sono intervenuti i carabinieri di Matelica, Pioraco e Fiuminata con il comandante della Compagnia di Camerino, il capitano Angelo Faraca. Insieme ai militari, un’ambulanza del 118 e i vigili del fuoco di Camerino. Il 50enne è stato stabilizzato e portato all’ospedale di Camerino. Le sue condizioni all’inizio sembravano gravi, ma ora è fuori pericolo. Nei suoi confronti la Procura aveva disposto un fermo di indiziato di delitto e un mandato di cattura internazionale. Fino a ieri sera era piantonato in ospedale dai carabinieri della Compagnia di Camerino e dai colleghi del Reparto operativo con il comandante Massimiliano Mengasini, poi è stato dimesso e trasferito nel carcere di Montacuto in attesa di essere interrogato dal gip. La Smart bianca è stata rinvenuta abbandonata poco distante: era coperta da frasche, forse per nasconderla. Intanto, le prime ammissioni del 50enne: è stato lui ad uccidere a sprangate la moglie, la stessa che gli ha creduto quando ha detto di essere cambiato, nonostante ad aprile fosse stato arrestato per aver tentato di aggredirla a colpi d’ascia, «tanto da frequentare insieme uno psichiatra per una terapia di coppia e da andare insieme in vacanza la scorsa estate – spiega l’avvocato del 50enne, Antonio Gagliardi -. Lei ha stracciato le carte della separazione e ritirato la querela per maltrattamenti permettendogli così di chiedere il patteggiamento e la sospensione della pena».




